La 10 years challenge – #10yearschallenge – che sta impazzando sui social in questi giorni, ha chiamato in causa la vanità di chi non vedeva l’ora di rispolverare le vecchie (ma anche le migliori) foto del loro passato, accostandovi quelle più recenti (le migliori anche in questo caso) per poi rimanere ad aspettare like e complimenti per la serie “Non sei cambiato/a affatto” o “Sei meglio ora che allora”.
Le glorie del passato fotografate da stampe ritrovate nei vecchi diari di scuola, contro i file digitali di foto con filtri sovrapposti alla Barbara D’Urso per apparire, ancora una volta, al meglio, ma che vanno a incrementare la serie di dati, più o meno sensibili che contribuiscono a schedarci sul web meglio di un passaporto o di una fedina penale.
Chiunque volendo approfondire le nostre esistenze, spinto da un motivo o da un altro, ha ora un elemento in più su cui vertere. Poco importa se si tratta dell’ex curiosa del nostro attuale ragazzo, o dell’attuale fidanzata del nostro ex fidanzato, chiunque abbia motivo per essere interessato riguardo la nostra persona ha oggi a disposizione una vera e propria banca dati di quel che ci riguarda dalle origini ad oggi: età, posizione geografica, posizione lavorativa, posizione sentimentale, interessi…non c’è niente di noi che risulti privato. E se è vero che i datori di lavoro sono più interessati ai nostri profili social che ai nostri curricula, attenzione a ciò che mettiamo in rete in modo indelebile, la cancellazione resta una chimera da quando esistono gli screenshot cari miei, perché da questo potrebbero scaturire una serie di conseguenze che non siamo assolutamente in grado di controllare.
Se dieci anni fa ci spaccavamo a bestia e lo testimoniamo attraverso post, dichiarazioni, foto, questo non ci rende esattamente il candidato ideale per una posizione lavorativa dove serietà e affidabilità sono caratteristiche necessarie. Severo ma giusto? Siamo sempre convinti che niente di ciò che pubblichiamo sia irreversibile, quando ci renderemo conto dell’esatto contrario e che ogni post contribuisce alla nostra incancellabile reputazione online, ci penseremo due volte prima di premere il tasto invio. E questo vale anche, e soprattutto per il nostro passato, di cui, diciamoci la verità, non tutti andiamo fieri.