Fino al 22 luglio 2018 si svolge a Roma la quarta edizione del “RomAfrica Film Fest”. La manifestazione che da quattro anni racconta l’Africa al di là dei luoghi comuni, ha dedicato la giornata di apertura all’eroe dell’apartheid. Atto di difesa, uscito nelle sale internazionali pochi mesi fa, narra i fatti legati al processo di Rivonia che videro la pronuncia del celebre discorso di Nelson Mandela “I’m ready to die” (Sono pronto a morire). da quattro anni
Tra gli appuntamenti più attesi del Festival, l’anteprima del film Against All Odds , (Contro ogni probabilità), in programma domani alla Casa del Cinema di Villa Borghese. Il film è stato prodotto nell’ambito di un progetto realizzato da AIDOS e sostenuto dal Programma congiunto UNFPA/UNICEF sulle mutilazioni genitali femminili (MGF). E’ la storia vera della sua autrice, Charity Resian, cresciuta in un villaggio del Masai Mara in Kenya, dove le mutilazioni genitali femminili sono considerate una tradizione molto importante. Lei stessa da bambina non vedeva l’ora di esservi sottoposta. Un giorno però a scuola vede un film e da quel momento tutto cambia.
“Abbiamo svolto due training di formazione di video produzione su questo tema, uno in francese a Ouagadougou e uno in inglese a Kampala”, racconta a TheSpot.news Andrea Iannetta, che insieme a Charity ha diretto il film. “L’obiettivo era costruire ponti tra Europa e Africa per favorire l’abbandono delle mutilazioni genitali femminili, e far ciò offrendo il video come strumento da utilizzare nella comunicazione, per diffondere consapevolezza e raccontare storie positive di cambiamento”.
A beneficiare del percorso di formazione giovani attiviste/i dei paesi africani in cui le mutilazioni sono praticate e della diaspora africana in Europa. “Ogni partecipante ha potuto sviluppare un suo progetto per un video – continua Iannetta – e tra questi insieme ci ha colpiti quello realizzato da Charity, (Against All Odds). Sono andato personalmente in Kenya nel Masai Mara per girare il film sulla sua storia”.
Il regista oltre a raccontare un’esperienza personale di infibulazione, riesce a far emergere il ritratto di una giovane donna che ha avuto la forza di opporsi alla propria famiglia e alla comunità e lottare per la propria causa. “Charity è stata infatti la prima ragazza nel suo villaggio a rompere una catena che si perpetrava dalla notte dei tempi. Purtroppo tale opposizione non è stata senza conseguenze; con l’appoggio della madre, ha dovuto lasciare la casa dei genitori e rifugiarsi da uno zio a Nairobi”.
La sfida e la speranza con questo film è cercare di fermare questa atroce pratica. Charity è infatti riuscita è riuscita a convincere la sua gente a rinunciare al rito della mutilazione e ad adottare tecniche differenti per insegnare alle bambine il passaggio all’età adulta. “In questo senso Against All Odds diventa una storia universale perché rivela le dinamiche che si innescano ogni qualvolta una persona coraggiosa decide di scardinare i pregiudizi che pesano su intere comunità. Chi ha un pensiero che si discosta da quello di massa, viene il più delle volte messo ai margini e ostracizzato, tanto più se si tratta di una donna. Charity ha avuto la forza di non affondare e far valere le proprie ragioni. Perché come diceva Einstein è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. Ma è proprio tramite tali persone coraggiose che l’umanità avanza e si migliora. Per questo ci sembra importantissimo raccontare questo genere di storie”.
Per info:
ROMA – Casa del Cinema: Against All Odds la vera storia di Charity Resian