Alla 20ª Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, è stato presentato Rental Family – Nelle Vite degli Altri, il nuovo film diretto, co-scritto e prodotto da HIKARI (Lo scontro, Tokyo Vice, 37 Seconds), con protagonista il premio Oscar Brendan Fraser. Il film segna il ritorno sul grande schermo dell’attore americano dopo The Whale, in un ruolo che conferma la sua sorprendente seconda vita artistica.
Ambientato nella Tokyo contemporanea, Rental Family segue Phillip (Fraser), un attore statunitense in crisi, costretto a sopravvivere con piccoli ruoli mentre attende il “grande salto”. La svolta arriva quando accetta un impiego insolito presso un’agenzia giapponese di “famiglie a noleggio”, che offre attori disposti a interpretare figure di parenti, partner o amici nella vita di persone sconosciute. Con il passare del tempo, Phillip si immerge in quelle esistenze altrui, finendo per confondere sempre più i confini tra recitazione e realtà.
Il film, distribuito da Searchlight Pictures, è prodotto da Eddie Vaisman e Julia Lebedev (Bad Education, Dear White People), con Shin Yamaguchi per Knockonwood. Accanto a Fraser, nel cast figurano Takehiro Hira (Shōgun), Mari Yamamoto (Pachinko), l’esordiente Shannon Mahina Gorman e l’iconico Akira Emoto (Shin Godzilla).
Dietro la macchina da presa, HIKARI si avvale della fotografia poetica di Takurō Ishizaka, delle scenografie di Norihiro Isoda e Masako Takayama, del montaggio di Alan Baumgarten (Il processo ai Chicago 7) e Thomas A. Kruger, e delle musiche originali firmate da Jónsi e Alex Somers (Captain Fantastic).
La proiezione romana ha confermato la delicatezza e la forza emotiva del film, che mescola malinconia e dolcezza nel raccontare l’identità come un atto di recitazione quotidiana. Fraser, sempre più a suo agio nei ruoli di uomini fragili e benevoli, costruisce un personaggio di struggente umanità: un attore che finge per mestiere ma finisce per scoprire, nel falso, l’unico modo di sentirsi autentico.
Rental Family – Nelle Vite degli Altri vive di una tenerezza quasi koreediana, fatta di gesti minimi e sentimenti trattenuti, ma mantiene una sensibilità tutta propria, più diretta e universale. Dietro la sua apparente leggerezza, il film indaga le crepe della solitudine e la necessità di connessione in un mondo dove anche l’affetto può diventare servizio a pagamento.
Fraser si conferma interprete straordinario: tenero, credibile, capace di infondere verità a ogni sguardo. La sua presenza domina la scena senza mai sovrastarla, e rende credibile anche la dimensione più artificiale del racconto.
Rental Family non teme il sentimentalismo, ma lo attraversa con sincerità. È un film che crede ancora nella possibilità di incontrarsi, anche dietro una maschera. E a giudicare dall’applauso caloroso ricevuto in sala, Roma lo ha accolto con lo stesso abbraccio che Brendan Fraser sembra offrire al mondo intero.