La star hollywoodiana Angelina Jolie torna a incantare Roma, sfilando sul red carpet della Festa del Cinema per la presentazione del suo nuovo film Couture, diretto da Alice Winocour. L’attrice, in splendida forma, ha scelto un abito nero sensuale ed elegante, con la schiena scoperta e un tatuaggio enigmatico che ha subito catturato l’attenzione dei fotografi e dei fan. L’atmosfera sul tappeto rosso è di pura ammirazione: flash, applausi e curiosità per un progetto che unisce moda, arte e introspezione.
Nel film diverse storie del mondo della moda si intrecciano come fili di uno stesso tessuto. Couture — il cui titolo gioca sul doppio significato di “alta moda” e “cucitura” — è una riflessione sulle cicatrici visibili e invisibili che attraversano i corpi e le anime dei protagonisti. Ambientato durante la Paris Fashion Week, il film alterna momenti di bellezza e caos, svelando il lato nascosto di un universo fatto di luci, pressione e vulnerabilità.
Al centro della storia c’è Maxine, interpretata da Jolie, una regista americana di film horror indipendenti invitata a Parigi per girare un corto che accompagni una sfilata di moda. Poco dopo il suo arrivo, però, riceve una telefonata: un medico l’avvisa che deve affrontare urgentemente una delicata diagnosi. Maxine sceglie di rimandare, concentrandosi sul lavoro, ma il peso di quella notizia si insinua in ogni gesto, in ogni sguardo.
Parallelamente, il film segue una giovanissima modella sudsudanese di 18 anni, inesperta e incerta sul proprio futuro. Costretta a muoversi in un mondo competitivo e spietato, rappresenta la fragilità e la forza di chi cerca di trovare la propria voce in mezzo al rumore dell’apparenza. A collegare le storie c’è Angèle, interpretata da Ella Rumpf, una truccatrice che attraversa sfilate e set cinematografici raccogliendo in un taccuino i frammenti di vita delle donne che incontra.
Tra i protagonisti maschili c’è Louis Garrel, che interpreta Anton, un direttore della fotografia legato sentimentalmente a Maxine. Sul red carpet, Garrel ha spiegato come il suo personaggio sia costruito attorno al tema della cura e della sensualità ferita: «Avevo un amico la cui moglie ha avuto il cancro e lui se ne prendeva cura. Questo tocca anche la sfera della sessualità femminile: la paura di perdere attrattività, di sentirsi diversa. Era importante che nel film la malattia non fosse solo paura di morire, ma anche una forma di riscoperta. Alice e io volevamo che il film fosse sensuale: la paura della morte può essere anche eccitante ed eroica»
















