Esprimi un desideri è uscito nelle sale il 25 settembre. Simone (Max Angioni), trentenne cresciuto in orfanotrofio e senza radici, si ritrova condannato a svolgere lavori socialmente utili in una residenza per anziani a seguito di un incidente che rischia di cambiare per sempre la sua vita. Lì incontra Ettore (Diego Abatantuono), ex imprenditore vinicolo dal carattere burbero e irresistibile, e una comunità di anziani eccentrici, ognuno con le proprie ossessioni, le proprie manie e i propri desideri segreti, un microcosmo caotico dove le regole del direttore si scontrano con l’energia e la vitalità dei residenti.
Volfango De Biasi osserva il tutto come se fosse un reportage: Simone è al centro, ma non più del gruppo che lo circonda. Le giornate scorrono tra scherzi crudeli e gesti teneri, tra fughe improvvisate e desideri nascosti da esaudire, e ogni piccolo gesto assume peso e significato. Non c’è sentimentalismo, non ci sono morale facili: c’è il ritmo della vita che scorre tra regole da rispettare e possibilità di infrangerle, tra conflitti inevitabili e affetti che nascono dove meno te lo aspetti. Simone, che fino a quel momento si era mosso nel mondo senza riferimenti, scopre gradualmente come entrare nel cuore di ciascun anziano, comprendere le loro fragilità e trovare, in un percorso lento e ironico, la propria strada.
«Volevo raccontare la delicatezza dei rapporti tra generazioni e la capacità di ritrovarsi anche quando si è persi», dice il regista, e l’intenzione guida ogni inquadratura, ogni scena, ogni momento in cui la comunità e il giovane protagonista si sfidano e si scoprono. Non ci sono azioni epiche né grandi proclami, ma momenti minuti, quasi invisibili, che cambiano tutto: una risata condivisa, un gesto di gentilezza, un piccolo desiderio esaudito diventano il motore del film. La residenza si trasforma da luogo di punizione in laboratorio di vita, e la comunità di anziani da ostacolo iniziale a famiglia scelta, un gruppo improbabile che improvvisamente funziona, prende decisioni insieme, protegge chi è più debole e porta Simone a scoprire lati di sé che non conosceva.
Il film si muove così tra caos comico e silenziosa introspezione, tra ironia e malinconia, senza mai fermarsi né indulgere in emozioni facili. Ogni personaggio, dal più burbero al più fragile, contribuisce a un quadro corale in cui la vita ordinaria diventa straordinaria e i desideri più piccoli, se condivisi, possono trasformare un’intera comunità.