La seconda giornata della Mostra del Cinema di Venezia si apre come un mosaico di sguardi che parlano del nostro tempo attraverso forme e linguaggi diversissimi. Dai deserti africani di Herzog alle parabole grottesche di Lanthimos, fino ai drammi intimi di Nemes e Baumbach.
Ghost Elephants – Werner Herzog (Fuori Concorso)
Werner Herzog ci conduce in un altopiano dell’Angola vasto come l’Inghilterra: deserto, silenzio… e una leggenda da inseguire. Qui il naturalista Steve Boyes cerca gli “elefanti fantasma”, animali forse mitologici. Lo stile è epico, quasi “Moby Dick”, ma i veri protagonisti sono i volti della gente: un anziano che ripara uno strumento circondato dai suoi polli diventa simbolo di felicità autentica. Herzog evita ogni paternalismo: ci ricorda che per le comunità locali, la natura è “casa”, non un museo da salvare a distanza. In questo documentario, il confine tra realtà e mito non è solo tema, è sensazione.
2. Bugonia – Yorgos Lanthimos (In Concorso)
Yorgos Lanthimos torna al Lido insieme alla sua musa Emma Stone con un remake inaspettato di Save the Green Planet!: un film tanto folle quanto attuale. Al centro, Stone è una CEO rapita da due complottisti, in un mondo dove alieni (o no) incarnano le nostre paure contemporanee: dall’intelligenza artificiale alle crisi climatiche, tutto sembra accelerare verso un punto di non ritorno. Lanthimos si lascia andare, affermando che «non è un futuro distopico, è il presente» – e Bugonia chiede: quando l’umanità si trova a un bivio, cosa sceglierà?

3. Orphan – László Nemes (Concorso)
Il dramma storico Orphan, diretto da László Nemes, ci riporta alla Budapest del 1957, dove Andor, un ragazzo ebreo cresciuto da sua madre con racconti idealizzati, vede il suo mondo sconquassato da un uomo che si proclama suo vero padre. È un viaggio nell’identità, nella memoria familiare e nei traumi che la storia europea continua a proiettare nel presente. Nemes esplora l’oscurità dentro e intorno al giovane protagonista, come metafora di un passato che, ancora oggi, ci interroga sul futuro.
4. Jay Kelly – Noah Baumbach (Concorso)
Chiudendo la serata, Noah Baumbach ci offre un road movie emotivo con George Clooney e Adam Sandler. Jay Kelly racconta l’omonimo attore e il suo manager in un viaggio europeo che è riflessione: sulle scelte fatte, sui rimpianti, su chi siamo e chi avremmo potuto essere. Il film riflette sul nostro “fare” come performance e sulla sottile distanza tra l’identità che presentiamo e quella che viviamo. Una domanda centrale emerge: quando, e se, è troppo tardi per cambiare rotta?