l 13 marzo 2025, il Teatro Torlonia di Roma apre le sue porte a un’esperienza che non si limita a raccontare una storia, ma che la vive intensamente, attraversandola con ogni fibra dell’animo. Sillabari, il testo di Goffredo Parise, prende vita in una nuova versione teatrale che non teme di scivolare tra le ombre più intime e inafferrabili dell’animo umano. La regia di Maddalena Maggi e l’interpretazione di Iaia Forte, Rachele Caputo e Lorenzo Caldarozzi danno forma a un’opera che si nutre di parole e silenzi, che parla la lingua della città, ma soprattutto quella dei desideri nascosti e delle contraddizioni che la attraversano.
Il fascino di Sillabari non sta solo nel suo sguardo impietoso sulla realtà, ma nel suo modo di esplorarla, di aprirla come una ferita che non si può cicatrizzare. Roma, con i suoi mille volti, è qui il palcoscenico di una riflessione che supera le singole storie e abbraccia la complessità di un’esistenza urbana fatta di incontri e solitudini, di luci abbaglianti e angoli di buio. Un racconto che non si limita a descrivere, ma che incarna la dimensione stessa della ricerca, del fallimento, del desiderio non realizzato.
Il percorso di Maddalena Maggi inizia con una domanda: come restituire l’autenticità di Parise senza ridursi a una semplice trasposizione? La risposta arriva dallo stesso lavoro sul palco, dove la scenografia, sospesa tra astrazione e concretezza, si fa complice di ogni emozione, distillando un’atmosfera che racchiude l’anima della città. La regia non solo guida gli attori, ma plasma l’esperienza del pubblico, lo trasporta in una Roma che non è mai statica, sempre in movimento, tra il passato e il presente, tra il desiderio di ricordare e la necessità di dimenticare.
Al centro di questa indagine c’è il corpo teatrale che, attraverso le parole, racconta le tensioni più forti e intime dei protagonisti. Una donna in crisi, un uomo giovane che cerca di affermarsi, un narratore che osserva, ma non giudica: sono loro a costruire una trama fatta di emozioni e turbamenti, di segreti che non possono essere taciuti, di silenzi che dicono più di mille parole.
Sillabari è uno spettacolo che ti lascia senza fiato, non solo per ciò che racconta, ma per come lo racconta. Non è una semplice rappresentazione teatrale: è un viaggio nelle pieghe della vita, una riflessione profonda e mai risolta sul tempo, sul desiderio, sull’incomunicabilità che ci rende tutti più soli, anche in mezzo alla folla.
La forza di Sillabari risiede nella sua capacità di essere universale, mentre racconta storie molto intime, quasi private. Parise, scrivendo di Roma e dei suoi abitanti, aveva in mente una città che non si vede mai come una semplice cartolina, ma come un luogo che contiene infinite possibilità, contraddizioni e, soprattutto, segreti. Un viaggio che, come ogni viaggio, è impossibile da spiegare senza viverlo, e Sillabari non ha paura di farci vivere ogni sfumatura di questa ricerca. Non mancheranno momenti di riflessione, e forse anche di dolore, ma la bellezza di Sillabari sta nel suo modo di accogliere, di lasciare spazio alla commozione senza affondare mai nel tragico. È un invito ad attraversare quella città, a guardarla con occhi diversi, a sentire la sua anima nascosta e segreta.
L’appuntamento è dal 13 al 16 marzo al Teatro Torlonia, dove l’opera di Parise si farà carne, voce e cuore.