La Città Proibita, il nuovo film di Gabriele Mainetti, è una miscela di wuxia e noir metropolitano. E se qualcuno si chiedesse se il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out sia ancora capace di stupire, la risposta è un sonoro sì.
Mei, giovane esperta di arti marziali, arriva nella Capitale alla ricerca della sorella scomparsa. Si ritrova presto invischiata in un sottobosco criminale spietato, dove l’unico alleato possibile è Marcello, un cuoco dal passato tormentato che ha più problemi di quanti riesca a gestire. Cosa succede quando due anime così diverse si uniscono per combattere un nemico comune? Succede che i vicoli di Roma diventano il palcoscenico di combattimenti spettacolari, inseguimenti adrenalinici e colpi di scena che tengono con il fiato sospeso.
Mainetti ha messo insieme un cast che unisce freschezza e solidità. La protagonista, Yaxi Liu, è stata scelta quasi per caso, scovata su Instagram mentre mostrava le sue incredibili doti marziali. Ma non bastava saper combattere: serviva un’attrice capace di emozionare. Dopo un provino iniziale poco convincente, è stato il regista a tirare fuori il suo talento nascosto, trasformando una stuntwoman in una protagonista credibile. Dall’altro lato, il ruolo di Marcello è stato cucito addosso a Enrico, attore già nel radar di Mainetti dopo il suo debutto con Giulia Steigerwalt.
E poi c’è lui, Marco Giallini. Se serve qualcuno che incarni brutalità e carisma in egual misura, il nome è sempre quello. Il regista e l’attore si conoscono da anni, e questa volta la collaborazione ha dato vita a un villain memorabile, capace di alternare spietatezza e umanità con una naturalezza disarmante. Sabrina Ferilli, invece, ha accettato il ruolo ancor prima di leggere la sceneggiatura, e il motivo è semplice: certi film li riconosci subito. Il suo personaggio porta in scena una dolcezza ruvida, senza fronzoli. Luca Zingaretti con il suo Alfredo, padre fantasma che aleggia su tutta la storia, è la chiave emotiva di un film che non si accontenta di essere solo azione e botte da orbi.
Dimenticatevi le parodie e gli stereotipi: La Città Proibita non è un esperimento a metà, ma un film di genere con la G maiuscola. Un revenge movie che mescola arti marziali e cuore, ironia e violenza, con una regia che guarda dritto a Hollywood senza perdere la sua identità italiana.