La chiave costante delle dinamiche tra comunicazione e potere politico. Potrebbe essere questa la sintesi ambiziosa di Mauro Rostagno. L’uomo che voleva cambiare il mondo, il documentario Sky Original con soggetto e sceneggiatura di Roberto Saviano e Stefano Piedimonte, diretto da Giovanni Troilo. Un viaggio attraverso la figura straordinaria e poliedrica di Mauro Rostagno—attivista, sociologo, giornalista—fino al suo tragico epilogo per mano della mafia.
Il racconto segue il filo rosso di una vita intensa ma breve, ripercorrendo le sue battaglie comunicative e comunitarie che hanno segnato un’intera epoca, dal 1968 al 1988. Da ieri su Sky, il primo capitolo intitolato La spada di legno ripercorre gli anni della militanza in Lotta Continua, la successiva esperienza spirituale e il suo arrivo in Sicilia, nella comunità trapanese, dove diventa giornalista d’inchiesta contro la mafia locale. Sarà la seconda puntata, La mafia non esiste, a raccontare l’assassinio di Rostagno e la lunga e complessa indagine che, nonostante i depistaggi, ha permesso solo dopo oltre trent’anni di fare chiarezza, almeno in parte, sulla verità.
La sua vicenda personale è quella di un uomo in continuo movimento. Nato a Torino, studia Sociologia nell’avanguardistica facoltà di Trento, diventando leader studentesco e tra i fondatori di Lotta Continua. Dopo lo scioglimento dell’organizzazione e una candidatura con Democrazia Proletaria, sceglie di non cedere alla disperazione post-’77 e apre a Milano la libreria alternativa Macondo, simbolo delle culture alternative in Italia. Costretto a chiuderla, attraversa fasi e percorsi diversi, fino ad approdare a Pune, in India, nell’ashram di Osho.

Con l’avvento dell’eroina in Italia, spinto dal desiderio di cura collettiva, trasforma un ashram-tenuta vicino Trapani in un centro di recupero per tossicodipendenti: nasce così la comunità socioterapeutica Saman di Lenzi di Valderice. Ma il suo impegno non si ferma: Trapani diventa il suo avamposto di denuncia contro la mafia, che Rostagno combatte quotidianamente attraverso la piccola emittente locale RTC.
A dieci anni dall’omicidio di Peppino Impastato, il potere mafioso nelle province siciliane appare ancora intoccabile. Il documentario di Sky Studios e Palomar si pone l’obiettivo di recuperare questa memoria breve dell’Italia, grazie anche alla preziosa testimonianza di Maddalena Rostagno, figlia di Mauro, che aveva già raccontato questa storia nel libro Il suono di una sola mano.
Rostagno viene assassinato a Lenzi il 26 settembre 1988. Il processo, unico nel suo genere, inizia solo il 2 febbraio 2011 e si conclude il 15 maggio 2014, con la sentenza definitiva della Cassazione nel 2020. Nel frattempo, le inchieste e i depistaggi cercano di infangare la sua figura e il suo lavoro. Questo documentario vuole restituire al pubblico un ritratto il più possibile completo del sociologo piemontese, che ha fatto della verità e dell’impegno civile la sua missione.