“Oggi la libertà è spesso minata. Basta pensare che il presidente degli Stati Uniti dice che ci sono solo due generi: maschio e femmina”. Così Valeria Golino alla presentazione della serie, da lei diretta e cosceneggiata, ‘L’arte della gioia’ tratta dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza. Presentata allo scorso Festival di Cannes e dal 28 febbraio in esclusiva su Sky e su Now, la serie vede protagonista la giovane Tecla Insolia nei panni di Modesta, una ragazza spregiudicata, sensuale, coraggiosa e disobbediente che non conosce “la pace, ma la gioia sì” e quella la voleva tutta per sé. Al suo fianco Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca, rispettivamente nei ruoli della principessa Brandiforti e di madre Leonora, la suora superiora del convento in cui Modesta sarà accolta da bambina, ma anche Guido Caprino, l’uomo che gestisce le terre della villa dei Bradiforti, Alma Noce, la più giovane dei Bradiforti e Giovanni Bagnasco, l’unico vero erede dei Bradiforti.
“All’inizio ero molto spaventata a trasportare la letteratura di Goliarda sullo schermo- racconta Valeria Golino-. Volevo farne un film, ma non sono riuscita a trovare la quadra. Il libro è tante cose, è un racconto fluviale orizzontale pieno di contraddizioni e molto complesso. Un racconto di disobbedienza. Ci abbiamo messo due anni e passa, i miei coautori (ovvero Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo) e io, per farne poi una serie. Abbiamo cercato di fare un racconto esistenziale più che di fatti. È stato davvero un lavoro collettivo”. Il libro in Italia è uscito postumo, ora edito da Einaudi, un tempo da Stampa Alternativa.
“È un libro che all’inizio in Italia non era uscito per via della censura. In Francia invece grazie a una maggiore libertà culturale era uscito. Ora è il contrario: in Italia è accolto in modo meraviglioso invece in Francia, oggi un paese profondamente moralista, la serie non riesce a essere venduta. Volevo sottolineare il pericolo del moralismo che può mettere in pericolo l’arte. È importante non essere censurati quando lavoriamo, scriviamo e facciamo le nostre cose. La libertà fa paura”, dice Valeria Bruni Tedeschi. E, a tal proposito, la Golino commenta: “La Francia doveva essere il nostro interlocutore privilegiato. La serie invece non è stata venduta per la scabrosità della forma rispetto al prime time televisivo. È molto inquietante come cosa. L’erotismo femminile è meno praticato e spaventa di più di quello maschile al quale siamo più avvezzi. La libertà di espressione ancora c’è, ma le cose cambiano tutti i giorni”. E la produttrice Viola Prestieri, per HT Film, che ha coprodotto la serie insieme a Sky Studios, aggiunge: “Mi sono appassionata al romanzo a prescindere. Goliarda è stata la mia insegnante al centro sperimentale. Poi ho scoperto che anche Valeria era legata a Goliarda. Fa sorridere perché se al posto di Modesta ci fosse stato Modesto nessuno avrebbe usato la parola scabroso”.
Una storia lontana, che si svolge nel ‘900 in Sicilia, ma incredibilmente moderna. Una storia di libertà, coraggio e autodeterminazione femminile, meravigliosamente interpretata dalla giovanissima Tecla Insolia. “Ho portato un po’ di incoscienza in questo personaggio- racconta l’attrice-. Avevo la consapevolezza di ritrovarmi in un ambiente estremamente stimolante a livello creativo. La collettività di questa serie le ha dato un valore in più. Siamo stati liberi di fare tutto con il filtro dello sguardo di Valeria Golino, che rifiuta la volgarità. È stato fondamentale averla alla regia perché è stata attinente alle esperienze di una ragazza. Erano connesse Goliarda e Valeria. Sono stata inserita all’interno di un meccanismo tanto organico da risultare naturale. Modesta è un personaggio complesso che si muove sugli eccessi. Non ho mai giudicato la sua sessualità libera e fluida. Spero che m venga compresa nella sua complessità. È un personaggio femminista di per sé senza alcun tipo di sovrastruttura. Interpretarla per me è stato un regalo meraviglioso, il sogno di ogni attrice. È una grande fortuna e sto capendo che purtroppo non è sempre così”. E Jasmine Trinca: “Valeria ha saputo raccontare il desiderio femminile e il corpo. Non solo un corpo che subisce, come all’inizio della storia, ma che si afferma con gioia”.
Sul personaggio di Modesta la Golino precisa: “Lei uccide la famiglia, il dogma religioso nel vero senso della parola e il potere ovvero l’aristocrazia, quindi uccide dei simboli in questo senso è una sovversiva”. Infine conclude: “Anche io ho rubato la mia parte di gioia nella vita, ma sempre scusandomi e chiedendo il permesso. Non ho avuto la stessa protervia di Modesta”.