Dal Teatro India, dal 6 al 15 dicembre 2024, la compagnia Muta Imago ha trasformato uno dei testi più iconici del teatro russo in un’esperienza che scuote, affascina e coinvolge, ribaltando le aspettative di chi cerca nel repertorio tradizionale un rifugio nostalgico.
Tre sorelle di Anton Čechov va in scena con la regia di Claudia Sorace che riesce a rendere l’antico incredibilmente nuovo. Sorace e Fazi scelgono un approccio alchemico al testo originale, spogliandolo fino a far emergere l’essenziale. I dialoghi di Čechov rimangono intatti, ma il modo in cui vengono pronunciati, agiti, sussurrati e gridati dalle attrici – Federica Dordei, Monica Piseddu, e Arianna Pozzoli – trasforma le parole in materia viva. Non ci sono orpelli o manierismi: ogni gesto, ogni pausa, ogni inflessione diventa una lama che incide la memoria e il presente.
La scena, concepita dalla pluripremiata Paola Villani, è un territorio sospeso tra passato e futuro, un luogo che richiama una casa abbandonata e al tempo stesso l’abisso di un buco nero. Qui, le sorelle non si limitano a vivere, ma esistono in una temporalità frantumata, dove tutto accade e ritorna in un ciclo incessante di perdita e riscoperta.
In questa versione di Tre sorelle, il tempo non è solo un tema: è un personaggio invisibile, palpabile, onnipresente. Ogni scena è costruita per evocare la tensione tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, come se le sorelle di Čechov fossero intrappolate in un eterno loop di speranze disilluse. Eppure, in questa ciclicità c’è una forza rivoluzionaria: la possibilità di riscrivere, di immaginare un futuro diverso, anche solo per un attimo. Le musiche originali di Lorenzo Tomio, eseguite dal vivo, amplificano questa sensazione di sospensione. I suoni non accompagnano semplicemente l’azione: la modellano, la stratificano, la rendono tridimensionale.
Come sempre, Muta Imago affronta il teatro non solo come arte, ma come strumento di indagine esistenziale e politica. In Tre sorelle, le questioni di Čechov – il desiderio di significato, la lotta contro il tempo, la ricerca di un futuro – diventano specchio delle nostre stesse incertezze contemporanee. Il risultato è una pièce che, pur ancorata alla tradizione, parla con urgenza al nostro presente.
Le tre protagoniste, appartenenti a generazioni diverse, incarnano un femminile collettivo e universale. Le loro voci si intrecciano in un canto polifonico che trascende il realismo psicologico, trasformandosi in un inno alla resilienza e alla reinvenzione.
In questa produzione, il teatro stesso diventa metafora. La casa delle sorelle non è solo il luogo dell’azione, ma un simbolo del teatro come spazio di possibilità. Le luci di Maria Elena Fusacchia e i costumi di Fiamma Benvignati rafforzano questa visione, creando un universo visivo in cui ogni elemento è carico di significato.
Come Prospero nella Tempesta shakespeariana, le sorelle usano il teatro per creare un mondo nuovo, fatto di ricordi e proiezioni, di frammenti e sogni. Ne escono sconfitte, forse, ma lasciano dietro di sé un’eco di bellezza e resistenza.
Se il teatro è un luogo di incontro tra ciò che siamo stati e ciò che vogliamo diventare, allora Tre sorelle al Teatro India è un atto d’amore verso la memoria e il sogno. E non c’è niente di più contemporaneo.