Il Premio Strega Poesia 2024 ha trovato il suo vincitore: Stefano Dal Bianco con Paradiso. Con 40 voti su 89, Dal Bianco è stato premiato per un’opera che esplora la relazione tra uomo e natura in modo delicato e profondamente intimo. “Il Premio Strega è la cosa più bella accaduta alla poesia italiana” ha detto il poeta, ricevendo il Premio dalle mani di Vivian Lamarque, vincitrice della prima edizione.
Paradiso si sviluppa attorno alla narrazione di passeggiate solitarie nel paesaggio toscano durante la pandemia, accompagnate dalla presenza silenziosa e fedele di un cane, Tito. Un racconto fatto di incontri, di silenzi, di una quotidianità scandita dal passo lento, un giorno dopo l’altro, tra boschi e campi.
L’opera di Dal Bianco è una riflessione poetica sul rapporto tra l’individuo e la natura, affrontata con un approccio che unisce intimità e vastità, silenzio e riflessione. Il testo si allontana dalle turbolenze della modernità, immergendosi in un paesaggio quasi primordiale, dove il poeta cerca un dialogo con la natura e il senso profondo del mondo. Questo viaggio interiore ed esterno si presenta come un’esplorazione di un luogo familiare, che il poeta descrive attraverso immagini di paesaggi amati e dettagli quotidiani, come le passeggiate con il cane Tito, figura che funge da ponte tra l’umanità e la dimensione naturale e animale.
Il panteismo e il lirismo sono due elementi centrali nell’opera: la natura è descritta non solo come uno scenario esterno, ma come una realtà spirituale e sacra, con cui l’io lirico stabilisce un contatto profondo. Tuttavia, Dal Bianco evita di scivolare nella banalità o nel sentimentalismo, mantenendo una sottile ironia e una consapevolezza della forma che derivano dalla sua padronanza della tradizione poetica italiana. Infatti, l’autore conosce bene la metrica e le convenzioni del verso, ma le applica con una naturalezza che maschera l’artificiosità, rendendo le poesie immediatamente accessibili e fluide, quasi parlate.
L’opera si caratterizza anche per un approccio meditativo, dove momenti di epifania e di risveglio si alternano a un “torpore” esistenziale, seguendo l’idea che l’esperienza umana oscilli tra consapevolezza e sogno. Paradiso, dunque, diventa una sorta di diario poetico, un osservatorio dove il poeta registra dettagli apparentemente semplici (come il vento, il sole o il paesaggio) per rivelare, attraverso queste immagini, una saggezza più ampia e una riconciliazione con il mondo.
Se Paradiso di Stefano Dal Bianco ha vinto il Premio Strega, è per il suo approccio unico alla poesia, che riesce a coniugare la tradizione lirica italiana con un’attenzione profonda alla contemporaneità. Dal Bianco adotta una struttura poetica che appare naturale e spontanea, anche se in realtà è costruita con grande attenzione alla tradizione e alla forma. Questo senso di “sprezzatura”, l’arte di rendere invisibile la tecnica, conferisce all’opera un fascino che riesce a combinare complessità e leggerezza, dando l’impressione di un linguaggio vivo, autentico e profondo. Le poesie di Paradiso nascono da un’esperienza vissuta e concreta (come il lockdown e la connessione con il paesaggio e il cane Tito), ma riescono a trasfigurare il particolare in universale .La giuria potrebbe aver apprezzato questa capacità di mescolare rigore formale e immediatezza espressiva.
La premiazione si è svolta il 9 ottobre al Teatro Studio Borgna, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, in una serata in diretta streaming su RaiPlay, condotta dall’attrice Elena Radonicich che ha letto in apertura due testi di Pier Luigi Cappello e che ha visto gli interventi di Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Giuseppe D’Avino, presidente di Strega Alberti Benevento e Lorena De Vita, Ufficio Sponsorships di BPER Banca.