Quando nel 2019 Joker esplose al Festival del Cinema di Venezia, in pochi avrebbero immaginato l’impatto culturale che avrebbe avuto. Diretto da Todd Phillips e con un’interpretazione magistrale di Joaquin Phoenix, il film si aggiudicò il Leone d’Oro, sfidando le convenzioni dei cinecomic tradizionali. Oggi, Phillips e Phoenix tornano con un nuovo capitolo, Joker: Folie à Deux, una sfida ancora più ambiziosa che ha visto l’ingresso in scena di una partner carismatica come Lady Gaga. Questa volta, l’audacia della narrazione si spinge oltre, trasformando un noir psicologico in un musical onirico, con Harley Quinn al centro della scena.
Phillips non nasconde la difficoltà di dover replicare l’inaspettato trionfo del primo film. “È molto più facile entrare in qualcosa come un ribelle piuttosto che come un detentore,” ha confessato durante la conferenza stampa a Venezia. Le aspettative sono alte e il peso di dover dimostrare nuovamente il valore artistico di un progetto simile è opprimente.
La scelta di Lady Gaga per il ruolo di Harley Quinn, audace e rischiosa, riflette il suo stile artistico coraggioso. La sua interpretazione trasforma il personaggio in una musa, contribuendo a fare del film un’opera musicale.
Scaturisce direttamente dalla mente di Arthur Fleck, un uomo spezzato, alla ricerca di un’identità. Le canzoni che ascoltiamo in Folie à Deux sono quelle che sua madre, Penny, gli suonava da bambino, un legame emotivo e devastante che riaffiora nella psiche del protagonista.
Se Joker del 2019 ci ha mostrato la discesa nella follia di Arthur Fleck, Folie à Deux si pone un nuovo interrogativo: “Chi è veramente Arthur Fleck?” Non è solo il Joker che abbiamo conosciuto; è un uomo alla ricerca della sua anima, del suo amore e, come la sinossi del film sottolinea, della musica che scaturisce dalla mente di Arthur Fleck, un uomo spezzato, alla ricerca di un’identità. Le canzoni che ascoltiamo in Folie à Deux sono quelle che sua madre, Penny, gli suonava da bambino, un legame emotivo e devastante che riaffiora nella psiche disturbata del protagonista.
Folie à Deux è un’opera che si libera dalle limitazioni tipiche del genere supereroistico. Come ha affermato Phillips: “Sapevamo che, nel momento in cui avevamo deciso di realizzare un sequel, dovevamo puntare al massimo e lasciare lo spettatore in uno stato emotivo disorientante, privo di certezze”.