Chi sono gli indesiderabili? Dono quelli confinati da qualche parte tra città e natura, una zona indeterminata, un vuoto, un interstizio per farne degli esseri di soglia, degli invertebrati tanto più facili da svuotare delle cantine della città poiché considerati semplici parassiti striscianti. Sono coloro rinchiusi fuori.
Ambientato a Parigi, Gli indesiderabili, il film di Ladj Ly nelle sale dall’11 luglio con Lucky Red, segue Haby (Anta Diaw), una giovane donna molto impegnata nella vita della comunità. Quando scopre che è stato varato un progetto di riqualificazione del suo quartiere. Il progetto, guidato a porte chiuse da Pierre Forges, un giovane medico messo a fare il sindaco, prevede la demolizione dell’isolato dov’è cresciuta Haby. Insieme agli abitanti del palazzo, la donna avvia una feroce battaglia per evitare la distruzione dell’edificio 5.
Per questo nuovo progetto, Ladj Ly si è ispirato alla sua esperienza personale, essendo cresciuto nell’edificio 5 di un complesso residenziale a Montfermeil, che è stato demolito per essere sostituito da edifici dil lusso. Tuttavia, questa volta, Ladj Ly ha preferito creare da zero una città immaginaria chiamata Montvilliers, per evitare di essere accusa di aver preso di mira un comune specifico. attacco contro un comune specifico.
Il film riprende il discorso iniziato con I Miserabili per smascherare la logica della prevaricazione di Stato, di fronte alla quale gli indesiderabili dei quartieri popolari si trovano a confrontarsi. Il cattivo poliziotto di Les Misérables, Alexis Manenti, diventerà il sindaco di Bosquets, mentre Steve Tientcheu, responsabile del quartiere ne I Miserabili, diventa il suo braccio destro. Ritroviamo la stessa freddezza strutturale dell’autorità, attraverso questo sindaco detentore del monopolio della violenza legittima, che abusa del suo potere fino a espellere gli abitanti di un edificio per alimentare altre ambizioni immobiliari, più lucrative.
Di fronte all’ignominia di questi comportamenti, altri due personaggi agli antipodi disegnano due possibili atteggiamenti: ricorrere alla violenza (Blaz), o l’impegno politico (Haby), due strade che saranno vane tanto quanto l’altra.
Il regista prende di mira la politica di gentrificazione attualmente in atto in diverse comuni della Francia con la falsa promessa di migliorare le condizioni di vita degli abitanti. Ma poiché il prezzo al metro quadro si alza, diventa di fatto una maggiore esclusione delle classi popolari, costrette per la maggior parte a traslocare.
Ladj Ly, pur schierandosi subito dalla parte delle persone delle periferie, cerca di dimostrare che la situazione è sempre più fuori controllo poiché il dialogo quasi non esiste più tra popolazioni che si radicalizzano sempre di più. Da un lato, il comunitarismo è un evidente freno all’integrazione, ma dall’altro, le incessanti provocazioni di alcuni partiti politici gettano benzina sul fuoco. Nel mezzo, le forze dell’ordine devono applicare ordini che spesso appaiono assurdi, persino disumani. Tutti si rivelano perdenti in questo gioco che può portare a lungo termine all’esplosione delle tensioni sociali.