Durante la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione del Teatro di Roma, alcuni rappresentanti dell’assemblea costituente delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo hanno esposto ai presenti uno striscione sotto al palco del Teatro Argentina, di fronte al presidente Francesco Siciliano e al direttore artistico Luca De Fusco, con la scritta “Vogliamo tutt’altro”.
I manifestanti hanno denunciato il “clima irrespirabile” nel teatro pubblico della città, citando problemi di corruzione, abusi, sessismo, molestie e una situazione di precarietà, con il 43% dei lavoratori del Teatro di Roma senza tutele.
Inoltre, hanno criticato la programmazione della nuova stagione per la sua mancanza di diversità, evidenziando che il 98% dei partecipanti sono uomini, prevalentemente direttori di altri teatri nazionali, tutti bianchi e quasi tutti over 60. Secondo i manifestanti, la programmazione non offre abbastanza spazio alla sperimentazione di nuovi linguaggi, al ricambio generazionale, alla diversità e all’apertura al panorama internazionale.
Sul problema del precariato, il presidente Siciliano ha dichiarato, già prima del flash-mob, che intende affrontare la questione e stabilizzare i lavoratori del Teatro di Roma. Quando De Fusco ha affermato di essere anch’egli un precario, la sala ha reagito con mormorii. Il direttore artistico ha risposto alla questione di genere dichiarando di scegliere gli spettacoli in base alla loro qualità e che sarebbe offensivo per una regista essere selezionata solo perché donna, definendo tale discorso ripugnante.
La conferenza è comunque andata avanti con la presentazione del programma della nuova stagione 24/25 con un totale di 48 spettacoli, 11 produzioni, 10 coproduzioni e 27 ospitalità. Il claim “Più di un teatro” sembra voler placare le polemiche di chi lamenta una scarsa varietà dell’offerta nella scelta degli spettacoli.
Tralasciando per un attimo il clima di agitazione intorno al principale polo culturale della capitale, nella selezione spiccano Notte Morricone, un omaggio al celebre compositore, e classici come Re Lear con Gabriele Lavia e Guerra e pace di Lev Tolstoj. La drammaturgia contemporanea è rappresentata da opere come Il ritorno a casa di Harold Pinter e November di David Mamet, mentre Lazarus, l’opera rock di David Bowie, torna in scena con Manuel Agnelli.
La stagione include due importanti filoni tematici: uno dedicato ad Annibale Ruccello, con tre opere che ne esplorano la complessità, e un altro sulla cultura ebraica e l’antisemitismo, con titoli come La banalità dell’amore e Il Golem.
Al Teatro Argentina l’accento è posto su produzioni di grande impatto, capaci di attrarre un pubblico vasto e diversificato. Il Teatro India si concentra invece sulla sperimentazione e la drammaturgia contemporanea. Il Teatro Torlonia offre spettacoli culturali e narrazioni musicali in collaborazione con Roma Tre Orchestra.
Tra le ospitalità, si segnalano gli spettacoli di danza della Vertigo Dance Company, Tre modi per non morire con Toni Servillo, e la rilettura di Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello. Ho paura torero di Pedro Lemebel e Sarabandadi Ingmar Bergman sono altri titoli di rilievo.
Per le nuove generazioni, al Teatro Argentina vanno in scena Storie di Natale e La principessa Cincillà e la torta di compleanno, mentre al Teatro India sono in programma Officina Prometeo e Solitarium.
La stagione si arricchisce con collaborazioni con il Romaeuropa Festival, Short Theatre e il festival Dominio Pubblico, oltre a iniziative multidisciplinari come Luce sull’archeologia e Quando la scienza fa spettacolo.