“Sostienimi con prudenza, rimanendo un passo indietro come hai sempre fatto”. Questo il comando dell’ex Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac a sua moglie Bernadette. Protagonisti della divertente commedia diretta da Léa Domenach, scritta a quattro mani dalla stessa insieme a Clémence Dargent, presentata in anteprima al festival Rendez Vous e ora in sala distribuita da Europictures. È un’opera prima, ma non lo sembra affatto perché è riuscitissima. E diciamolo subito gran parte del merito sta nella protagonista interpretata dalla meravigliosa Catherine Denevue, perfetta nei panni di questa donna in tailleur rosa piuttosto retrò.
La moglie del Presidente, al cinema dal 24 aprile, è una storia di empowerment femminile. All’apparenza fredda, bisbetica, austera, in realtà simpatica, intelligente e generosa, Deneuve sarà aiutata dall’addetto stampa Bernard Niquet (Denis Podalydès) a fare spazio alla sua vera natura e a “disobbedire” al marito. Dall’operazione ‘monetine gialle’ alla beneficienza, dalla visita di Hillary Clinton alla campagna comunale del 2001 fino alla fondazione di un ospedale per bambini con disturbi alimentari, questa donna riuscirà a emanciparsi e a fare un passo avanti, non indietro.
La regista ha detto di aver voluto realizzare una commedia perché crede che attraverso l’umorismo si possano trasmettere molti messaggi e perché voleva raggiungere un pubblico più ampio possibile. Ha descritto il tono del film come quello di una favola, dove l’obiettivo non è deridere i personaggi, ma narrare la storia in modo leggero e piacevole.
Secondo la regista, Bernadette Chirac è stata il pilastro della famiglia Chirac, nonostante fosse trascurata dal marito. Nel film, si vede come abbia lottato contro questa trascuratezza e abbia deciso di ribellarsi. Bernadette Chirac diventa quindi, secondo la regista, una sorta di femminista nel corso degli anni.
Il film è ambientato negli anni ’90 e 2000, un periodo che ha avuto un grande impatto sulla regista durante la sua adolescenza. Si è divertita a ricostruire quell’epoca attraverso i costumi e i dettagli tecnologici.
La regista ha utilizzato molti filmati d’archivio nel film, integrando gli attori in essi per creare un effetto più realistico. Catherine Deneuve, protagonista del film, ha partecipato attivamente alle letture e alla creazione del personaggio. La regista ammira il coraggio e la destrezza di Deneuve nell’affrontare il ruolo.
Infine, la regista attribuisce il successo del film alla sua esperienza precedente nel mondo dei documentari, alle sue esperienze nel teatro e nella recitazione amatoriale, che l’hanno preparata a dirigere il suo primo lungometraggio.
Catherine Deneuve ha concesso un’intervista in cui ha raccontato la sua esperienza nel film in cui interpreta Bernadette Chirac, un ruolo che inizialmente non si sarebbe mai aspettata di interpretare, data la sua scarsa inclinazione per i biopic. Tuttavia, la qualità della sceneggiatura e un incontro con la sceneggiatrice l’hanno convinta a cambiare idea. Ha accettato il ruolo non solo perché la storia e il personaggio erano ben sviluppati e divertenti, ma anche perché non si trattava solo di un adattamento preciso della vita di Chirac, ma di interpretarne lo spirito.
Deneuve ha condiviso alcuni pensieri sulle sue impressioni riguardo alla coppia Chirac e a Bernadette in particolare, sottolineando come la sua percezione del personaggio sia cambiata nel tempo, specialmente dopo eventi significativi come la campagna delle Monete Gialle e il successo del libro di Patrick de Carolis. Ha anche sottolineato l’approvazione della commedia nel film, affermando che mirava a ritrovare il tono delle grandi commedie del passato, ma con un tocco moderno che la rendeva unica.
La preparazione per il ruolo è stata descritta come relativamente semplice, con una lettura della sceneggiatura e discussioni con la sceneggiatrice per comprendere meglio il personaggio e il suo contesto. Ha apprezzato particolarmente il modo in cui la costumista ha contribuito a rendere il personaggio divertente e distintivo attraverso le scelte dei costumi.
Infine, ha elogiato il cast del film, sottolineando l’importanza di attori con un acuto senso del ritmo nella commedia e lodando il lavoro dei colleghi sul set. Ha anche menzionato l’importanza dei giornalieri nel suo processo creativo durante le riprese, poiché danno un’espressione concreta al lavoro che stanno facendo sul set.
Un biopic che punta (giustamente) sulla satira e condito con alcune immagini di archivio. La politica però è sullo sfondo (compreso Nicolas Sarkozy, interpretato da Laurent Stocker, che si affaccia sulle scene della Francia) e anche raccontata in modo piuttosto fantasioso (è vero che Bernadette e Sarkozy si incontrarono in segreto nel 2007, ma sicuramente non nel confessionale di una chiesa). La vera protagonista di questa storia è Bernadette e la sua battaglia per l’autodeterminazione femminile. Strano, ma vero: anche una donna di destra, first lady arrivata all’Eliseo nel 1995, che accetta pubblicamente le corna (pare che Chirac stesse con un’attrice italiana, proprio nel momento in cui Lady Diana moriva nel tunnel dell’Alma a Parigi), piuttosto conservatrice e legata alla famiglia tradizionale, può essere femminista. E proprio in questa contraddizione risiede il fascino di questo film.