Il poliziotto Marcello, stanco della sua professione e in conflitto con la moglie, trova conforto nelle canzoni di Marcella Bella. Il suo collega Achille, compagno di noiosi appostamenti, cerca azioni per avanzare di carriera. Katia, la dirigente del centralino, è ossessionata dal controllo e madre di gemelli scapestrati. Palmira, detta Perri, è una recluta punita, e Nicola desidera il suo posto. Dario è una sorta di “groupie del crimine” al seguito del trafficante Toni Totano.
Felice, “il boss della laguna,” agisce nell’ombra, mentre Nanni, guardia remota, osserva da lontano. Due poliziotti aspettano un carico di droga monitorati dalla sala operativa, sperando in una retata eccezionale. I malviventi, però, sono all’erta per infiltrazioni. La sitcom “No Activity – Niente da segnalare” si ispira a una serie australiana, con alta produzione grazie a un team di talentuosi professionisti.
Il produttore esecutivo è Matteo Rovere, con sceneggiatori Laura Grimaldi e Paolo Piccirillo. La regia di Valerio Vestoso, già di “Vita da Carlo,” è ispirata a “Boris” e altre sitcom, con un cast di prim’ordine, tra cui Luca Zingaretti, Carla Signoris, Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Alessandro Tiberi, Davide Calgaro e Fabio Balsamo.
In una sinossi che promette azione, tensione e colpi di scena, ci troviamo catapultati in un mondo dove l’azione è un bene raro e prezioso, tanto che i protagonisti desiderano ardentemente di essere coinvolti in qualcosa di simile a “Gomorra” o “The Departed”. Il fulcro della trama ruota attorno a due criminali intenti in un colpo, due poliziotti pronti a intervenire e il personale della centrale, in attesa di far scattare la retata che porterà alla gloria i poliziotti e alla prigione i malviventi. Ma ecco la genialità della storia: niente accade! La tensione si accumula, le aspettative crescono, ma il vuoto persiste. È una situazione che riflette la monotonia e la frustrazione quotidiana di molti lavoratori costretti a condividere spazi con colleghi che, fuori da quel contesto, non avrebbero nulla in comune.
La trama, paradossalmente avvincente nella sua mancanza di avvenimenti, mette in risalto la maestria degli sceneggiatori nel giocare con le aspettative dello spettatore. La regia di Valerio Vestoso, già noto per la sua abilità in “Vita da Carlo,” riesce a dare vita a questa storia insolita con un tocco di umorismo e cinismo.
La stagione si concentra sul consolidamento dei personaggi, con interpretazioni notevoli di Zingaretti, Fanelli, e soprattutto Balsamo, nello spirito dello “stagista del crimine.” L’esito futuro della serie, se sarà un successo alla “Boris” o “Brooklyn Nine-Nine,” rimane incerto, ma già in questa stagione emerge una crescente sintonia tra i membri del cast.