Per la Nazione Osage, una tribù nativa americana, la luna dei fiori porta salute e ringiovanimento. Man mano che la luna sorge a maggio, i fiori iniziano a sbocciare, e la medicina che contengono può essere estratta. Questi fiori, che avrebbero dovuto portare salute e vita, invece hanno segnato l’inizio del “Regno del Terrore” — nome che viene tipicamente associato all’omicidio di oltre sessanta persone nella Osage Nation in Oklahoma tra il 1921 e il 1926.
Dopo che la Nazione Osage é stata costretta ad abbandonare le loro terre native in Kansas da coloni bianchi, il governo ha permesso loro di vivere in quella che oggi è conosciuta come le colline degli Osage in Oklahoma. Il terreno era accidentato, inabitabile e apparentemente senza valore, ma nel 1897 furono scoperte ingenti quantità di petrolio sul terreno. La tribù Osage divenne presto incredibilmente ricca guadagnando una percentuale dalle vendite di petrolio attraverso i loro diritti di sangue ancestrali, creando una gerarchia sociale capovolta: i nativi americani erano ricchi, mentre i bianchi lavoravano sotto di loro come camerieri e autisti. Poi gli Osage furono uccisi, una strage rimasta impunita.
Tratto dal libro omonimo di David Grann del 2017, il regista Martin Scorsese porta sul grande schermo The Killers of the Flower Moon, al cinema dal 19 ottobre, la più grande cospirazione mai sfuggita all’FBI, della complicità delle compagnie petrolifere e del suo collegamento con la crisi climatica. E lancia un atto di accusa contro il sistema di giustizia americano che ha volutamente insabbiato le indagini per trovare i colpevoli dei numerosi omicidi avvenuti nella Osage Nation
Il film di tre ore e mezza segue la vita di Mollie Burkhart (Lily Gladstone), una donna Osage, parente di Anna Brown, e sul suo matrimonio con Ernest Burkhart, un uomo bianco interpretato da Leonardo DiCaprio. Molti Osage, in particolare molte donne si sposarono con persone bianche: il matrimonio era un altro modo per accedere alla ricchezza dei nativi americani.
Durante il Regno del Terrore le persone venivano avvelenate o uccise a colpi di pistola, ma in un caso fu anche fatta esplodere una bomba in una casa. A uccidere le donne erano spesso i loro mariti bianchi. Dato che l’eredità di un Osage, prima di andare al tutore bianco, passava ad altri famigliari, furono anche uccise intere famiglie: fra queste c’era quella di Mollie Burkhart.
La rappresentazione di De Niro di Hale è inquietante. La dualità tra uno zio affascinante e padre di famiglia e un assassino senza scrupoli lascia il pubblico con un senso di disagio. DiCaprio interpreta alla perfezione un personaggio dilaniato dai conflitti. E; difficile provare empatia per Ernest. La dedizione di DiCaprio al personaggio crea un individuo sfaccettato che è contemporaneamente protagonista e antagonista. Ernest è innamorato di Mollie ma non si fa scrupoli a pianificare l’omicidio della sorella.
Il pubblico si immerge nella vita di Mollie. Il film con riprese lunghe e centranti ci racconta di quando si innamora di Ernest, della sua lotta contro il diabete, del dolore per la perdita dei suoi cari. Nonostante la sua miopia verso Ernest, Mollie era una donna profondamente intelligente che meritava di conoscere la verità sugli omicidi della sua tribù. C’è speranza per un finale diverso per lei, rispetto a quelli di tanti membri della Nazione Osage, nonostante si sappia che la storia dell’America riguardo al petrolio, al colonialismo e al capitalismo è tutto fuorché felice.