Michel Gondry, regista di Se mi lasci ti cancello, film che gli è valso l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale, è arrivato alla Festa del Cinema di Roma con “Il libro delle soluzioni“, dopo ben setti anni dal suo ultimo lavoro, Microbo & Gasolina, coming-of-age in forma di road movie con due adolescenti in giro per la Francia a bordo di un’automobile che si sono costruiti da soli
Il film segue il regista Marc, interpretato da Pierre Niney, un alter ego di Gondry, che temendo una revisione completa del suo lavoro da parte dei produttori, fugge con il premontato e si rifugia in casa di sua zia nelle Cevennes, portandosi dietro la sua squadra di lavoro.
Una volta lì tutto cambia, la sua creatività esplode in mille direzioni diverse, gettando la lavorazione nel caos. Per fronteggiare la situazione, Marc inizia a comporre Il libro delle soluzioni, che raccoglie consigli per tutti i problemi del mondo.
Gondry racconta che il punto di partenza del film risale a molti anni fa quando un suo amico lo portò a fare un giro su una moto molto potente. “Passammo da 0 a 120 km/h in cinque secondi. Provai una sensazione incredibile e ho capito che esistevano sensazioni non conosciute. Quando ero Marc e ho dato vita a un’idea, ho provato questa sensazione. Un’euforia indescrivibile. Ovviamente non era normale. Ho cercato di riproporla in questo film“.
Un film molto personale girato in un periodo frustrante della vita del regista. “In realtà, è basato su un momento della mia vita in cui ero molto arrogante ma intorno a me ho avuto persone che erano più preoccupati che irritati. Un sentimento di premura che ho cercato di trasmettere con il film“.
Marc é un dissociato, dà per scontato che tutto ciò che fa sia rivoluzionario. “Alcune cose che ricreo nel film provengono da esperienze dirette, altre no. Ma nulla di quello che viene mostrato nel film è casuale”, ha spiegato il regista. “Marc crede davvero in tutto ciò che fa, che tutti, a partire da sé stesso, possano fornire la chiave per risolvere problemi apparentemente intrattabili al punto di voler pubblicare un’opera astratta, che tende all’assurdo e al poetico”.
Il processo di montaggio procede lentamente tra tante distrazioni. Marc crea una console di montaggio sul cruscotto di un camion, abbandona la produzione per girare un film su una formica, cosa che Gondry ha effettivamente fatto. Si trova a dirigere un’intera orchestra che lo segue senza neanche conoscere una nota di una partitura, diventa addirittura sindaco ad interim. “Era difficile per gli altri capire perché mi facessi distratte dal film per dedicarmi a piccole cose” , ha spiegato il regista – “ma era l’unico modo per trovare altri universi dentro di esse, di arrivare all’essenza delle cose per reagire ad un mondo ormai rassegnato alle proprie mediocritá“.
Marc immagina “Il libro delle soluzioni”, una commedia da toni esilaranti e molto divertente, come una sorta di mea culpa di Gondry verso i suoi colleghi. “Il problema è che, dopo un po’, senti che le tue scuse non servono a nulla. E’ stata un’impresa costosa, ma grazie anche alla vicinanza dell’intera squadra, volevo capire cosa è accaduto al mio cervello negli ultimi otto anni. Non so se ci sono riuscito ma almeno ho provato l’ebrezza di dare libero sfogo alla mia immaginazione oltre ogni regola imposta dall’industria cinematografica”.