Il film di Yorgos Lanthimos Povere Creature! presentato in anteprima mondiale in concorso all’80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato accolto con entusiasmo anche al New York Film Festival .
Dal regista di La Favorita e dalla produttrice Emma Stone arriva l’incredibile storia e la fantastica evoluzione di Bella Baxter (Stone), una giovane donna riportata in vita dal brillante e poco ortodosso scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe).
Nella prima parte del film, ambientata esclusivamente in casa e presentato interamente in bianco e nero, Bella è desiderosa di imparare. Scopre anche, per caso, la gratificazione sessuale. Ancora nella fase delle parole discontinue e dei manierismi infantili della sua nuova vita, si masturba e raggiunge l’orgasmo al tavolo della cucina. Bella, nel suo linguaggio artificioso, si riferisce continuamente all’atto come a un “salto furioso”.
L’arrivo in casa di Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un abile e dissoluto avvocato, la trascina in una travolgente avventura attraverso i continenti. I due viaggiano da Londra, a Lisbona, ad Atene e Parigi, luoghi che si trasformano in un universo a colori.
I costumi di Bella, per gentile concessione della stilista Holly Waddington, ricordano abiti da chirurgo, abiti in stile Alice nel Paese delle Meraviglie e abiti elisabettiani. Con la cinematografia di Robbie Ryan, che passa da disorientanti inquadrature fish-eye a scenari inquadrati come se fossero visti attraverso il buco della serratura, Poor Things è, innegabilmente, il capolavoro visivo di Yorgos.
Il viaggio sarà l’occasione per Bella di conquistarsi la propria libertà. In una scena la vediamo entrare in un bordello e trovare assurda l’idea di fare sesso con un uomo che sceglie lei, e non il contrario.
Poor Things è semplicemente un film su una donna e una bambina che convivono nello stesso corpo ad uso e consumo di uno scienziato maschio. Questo diranno alcuni, tra cinici e pudici, col sopracciglio alzato. In definitiva, nessun film di Yorgos è uscito indenne da polemiche. Non è un regista a cui piacciono le mezze misure. E Poor Things è un’opera di estremismo cinematografico per soggetto e stile. Offendersi senza vederlo è come abboccare alla bella e sgradevole esca che Yorgos Lanthimos ama lanciare.