A Venezia 80 in concorso alla“The Killer”, il nuovo film di David Fincher (“Seven”, “Fight Club”, “Gone Girl – L’amore bugiardo”), con protagonista Michael Fassbender.
Basato sulla graphic novel “The Killer” scritta da Alexis Nolent (a.k.a Matz) e illustrata da Luc Jacamon, il film arriverà a ottobre in sala e dal 10 novembre su Netflix. Nel cast anche Charles Parnell, Arliss Howard, Sophie Charlotte e Tilda Swinton.
A Venezia 80, Fassbender è un sicario metodico e imperturbabile
Il killer protagonista è metodico, imperturbabile, infallibile. Almeno fino a quando un giorno compie un grave errore, e un “banale” incarico metterà a repentaglio la sua vita, dovendo affrontare i suoi mandati e tantissime insidie, malgrado il suo mantra: rimanere sempre distaccato.
“The Killer” riunisce David Fincher con lo sceneggiatore Andrew Kevin Walker, con cui aveva dato vita all’indimenticabile serial killer del thriller “Seven” (1995). Il sicario interpretato da Michael Fassbender parla con il pubblico, con i suoi monologhi fiume spiega nel dettaglio cosa vuol dire fare il suo mestiere: le attese, l’anonimato, la precisione, la concentrazione. “Attieniti al piano. Gioca d’anticipo, non improvvisare. Non fidarti di nessuno. Mai concedere un vantaggio. Combatti solo se sei pagato per combattere“, ci spiega con la sua voce calma, mentre si prepara all’ennesima esecuzione, quella che non andrà come previsto e che innescherà una serie di eventi, passando da una vittima all’altra, dalla Francia alla Repubblica dominicana fino agli Stati Uniti.
Nella mente del killer
Nel Killer di Fincher, Michael Fassbender ascolta gli Smiths per concentrarsi, la musica della rock band inglese attraversa tutto il film, accompagna l’uomo solitario, la sua sete di vendetta, per la prima coinvolto personalmente, una condizione che non avrebbe mai pensato di vivere.
Il regista da sempre è saputo entrare nella mente dei “suoi” disturbati personaggi: John Doe in “Seven”, Amy in “Gone Girl – L’amore bugiardo”, persino il famigerato killer dello Zodiaco in “Zodiac”, in thriller avvincenti e scioccanti attraverso i quali ha raccontato fin dove la natura umana può spingersi, quanto l’oscurità si muova accanto a noi, cercando di dare anche una risposta al senso del male nella serie Netflix “Mindhunter”, sui primi criminal profiler. In “The Killer” il regista segue un sicario mosso solo da interesse economico, non un sociopatico o un sadico assassino seriale, ma un “professionista” dotato di un umorismo pungete, che racconta il suo lavoro con distaccato cinismo. Un film che parte in sordina, seguendo la giornata tipo del protagonista, ma quando la situazione precipita seguiranno pedinamenti, scontri corpo a corpo, ingegnose trovate per eliminare chi ha osato scompaginare l’equilibrio raggiunto nella sua vita di certo non ordinaria.
Da un maestro del cinema crime come Fincher ci si aspettava tutto, tranne una storia piatta e prevedibile svuotata di momenti adrenalinici e di colpi di scena spiazzanti, ma soprattutto di quel “fascino” corrotto e ambiguo che le sue “creature” hanno sempre suscitato nel pubblico, grazie al suo scavare inesorabile nelle loro “ragioni”, regalando dei ritratti decadenti e memorabili.
A Venezia 80, con The Killer, Fincher fa il suo bel “compitino” con un film che è una copia sbiadita dei lavori passati del regista che sembra aver perso la sua cifra, si spera solo momentaneamente.