“Girato in gran parte in Italia, tra il Parco Archeologico di Paestum e la Bologna sotterranea, il film immagina profeticamente la fine dell’umanità quando nel 2086, all’indomani delle grandi alluvioni, il pianeta che conosciamo non esiste più e l’ultimo uomo sulla terra scopre il cinema, a cui è affidata la memoria dell’umanità“. Con queste parole il regista Jonathan Nossiter introduce Last Words, nei cinema dal 15 giugno, con Nick Nolte, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgaard, Alba Rohrwacher, Silvia Calderoni e, per la prima volta sullo schermo, Kalipha Touray.
Siamo nel 2086 e Kal (Kalipha Touray) è l’ultima persona sulla Terra. Ma non sempre è stato così. Due anni prima vagava per una Parigi fatiscente con la sorella incinta. Kal è cresciuto senza niente: niente genitori, scuola o un vero futuro in cui sperare. Aveva sua sorella, fino al giorno in cui rimane tragicamente solo e la vita perde ogni significato. Eppure non riesce a farla finita. Un giorno si imbatte in Shakespeare (Nick Nolte), viene da Los Angeles e vive nel seminterrato di un edificio con un proiettore cinematografico costruito vendendo una cyclette poiché l’elettricità è un ricordo del passato. L’improbabile coppia finisce per trovare nel cinema un punto di incontro.
In poco tempo gli uomini si mettono insieme alla ricerca di altri con cui condividere il loro amore per il cinema. Si imbattono in una comunità di circa 400 persone che li accolgono. Il leader autoproclamato è Zyberski (Stellan Skarsgard), che è anche il medico. Batlk (Charlotte Rampling) ha invece un particolare interesse per Kal. Poi c’è Dima (Alba Rohrwacher) da cui si sente attratto. Kal diventa il cinefilo di riferimento. Non solo condivide con il gruppo i vecchi film che Shakespeare gli ha regalato, ma va in giro a girarne di suoi. Cerca di catturare le storie di tutti, con alcuni più disposti ad assecondarlo rispetto ad altri.
“L’ispirazione per il film l’ho avuta dopo aver letto il romanzo di Santiago Amigorena“, ha raccontato ancora il regista in conferenza stampa. “Last Words esplora l’umanità sul punto dell’estinzione e con tutte le comodità ormai ricordo di un tempo perduto“. Last Words esplora il potere del cinema e dell’intrattenimento. In che modo momenti semplici come quello di riunirsi per fare un film possa restituire un po’ di dignità a uomini e donne smarriti in attesa della morte. Nossiter è riuscito a creare un mondo post-apocalittico realistico. Le ambientazioni sono tutte credibili e suscitano una certa inquietudine. ” Ho pensato che in circostanze barbariche, il cinema fosse l’unica risorsa rimasta ai sopravvissuti per sentirsi ancora vivi. Un tempo – continua il regista – il cinema era uno spazio sociale condiviso da tutti, un potente strumento democratico che diventa l’ultima forma di bellezza in un mondo al collasso a causa del riscaldamento climatico”.
Last words vuole mettere in guardia l’uomo da un futuro poco rassicurante e allo stesso tempo invitare tutti noi a passare all’azione per ridurre la probabilità di gravi cambiamenti climatici. Alla presentazione del film a Roma, presente anche Charlotte Rampling: “Ho deciso di partecipare a questo film, perchè sono arrivata ad un punto della mia carriera in cui posso scegliere con chi lavorare. L’aspetto del film che mi ha convinto di più è il ruolo marginale dato alle parole. Passano in secondo ruolo e il messaggio è affidato all’immaginazione, è questa la forza del film. Il futuro? Penso che ci siano ancora cose che possiamo fare per proteggere questo paese e cercare di evitare di arrivare a un punto di non ritorno“.