Crimes of the Future che prende il titolo dal precedente film del 1970 senza esserne il remake, segna il ritorno di David Cronenberg al genere del body horror, già mostrato in film come Shivers, Rabid, The Brood e La mosca. Eppure se si guarda da vicino A History of Violence e Eastern Promises, sulla carta, possono essere letti più come thriller, ma solo perché non vediamo ibridi mutanti o mostri non significa che non possano essere disturbanti. In Crimes of the Future, si riaffacciano gli stilemi macabro-intellettuali degli esordi amatoriali per un’allegoria di satira politica irresistibile.
Siamo in un tempo non specificato del futuro e il mondo è pieno di ruggine, marciume e decadimento. Raramente vediamo la luce del giorno e i pochi umani rimasti stanno cambiando, evolvendo (o involvendo, a seconda del punto di vista). Il dolore è diventato piacere e gli interventi chirurgici elettivi sono di gran moda, o come dice un personaggio, “Gli interventi chirurgici sono il nuovo sesso”.
Crimes of the Future non sarebbe possibile in un mondo pre-pandemia e sebbene sia estremamente attuale, offre spunti per riflessioni sul nostro passato e su un futuro a dir poco inquietante. David Cronenberg non è per tutti e ha sempre allontanato gli spettatori occasionali. Non ha paura di affrontare argomenti che la maggior parte del pubblico considerera tabù. Non è interessato a confortare nessuno, ma è sicuramente ossessionato dalla comprensione della realtà della condizione umana.
Il film è distribuito da Lucky Red e sarà al cinema dal 24 agosto