Il ritorno di Mengoni
“Ho scelto di ripartire dal pubblico”. E’ questo il claim con cui Marco Mengoni si ripresenta al suo pubblico di Roma allo Stadio Olimpico dopo due anni di assenza a causa della pandemia da Covid. Il tour #MarcoNegliStadi, prodotto e organizzato da Live Nation, è partito con una anteprima dal meraviglioso Parco di Villa Manin di Codroipo (UD), per poi debuttare ufficialmente a Milano in uno Stadio San Siro sold out, prima di arrivare a Roma allo Stadio Olimpico il prossimo 22 giugno.
Si spengono le luci e l’attenzione del pubblico viene catturata dalle immagini in bianco e nero sugli schermi laterali, si alternano ricordi, momenti che tutti i fan riconoscono, dettagli di backstage, live, momenti più intimi di Marco, come a voler unire il pubblico in un flash back collettivo ed emotivo. La voce di Marco pronuncia alcune parole chiave come: salva tutto, ricordi, memorie, non scappare, salva. Le immagini ci mostrano live gli ultimi istanti della preparazione di Mengoni e lo seguono nel suo ingresso nello stadio: intonando Cambia un uomo, il brano manifesto dell’ultimo album, che parla della necessità di affrontare le paure, di accettazione e condivisone tra esseri umani, Marco attraversa il parterre per salire sul palco circolare al termine della passerella, raggiunto dai coristi e Peter Cornacchia alla chitarra. Arriva poi Esseri umani, uno dei brani più amati dal pubblico e che per questa occasione acquisisce sfumature dal richiamo pop internazionale e maggiore libertà nell’esecuzione. E’ il momento di No stress, l’ultimo singolo in vetta alle classifiche radiofoniche fin dall’uscita lo scorso 6 maggio, un inno energico e vitale, un invito a muoversi in totale libertà, come fa lo stesso Mengoni che viene raggiunto anche da sei ballerini (coreografati da Macia Del Prete) che si moltiplicano sugli schermi per un momento di liberazione collettiva. Un vero show che accende il pubblico dello stadio Olimpico. Cambia l’atmosfera, diventa dominante il rosso, le luci dell’Halo circolare per Voglio con Mengoni innalzato su un elevatore (4 metri) al centro del palco principale incorniciato dal Ring come in un cerchio infuocato. Seguono Mohammed Alì, per poi tornare agli esordi con Credimi Ancora, qui in una potente versione rock tra chitarre distorte, fiamme e luci pulsanti, Mi Fiderò, che si apre con l’immagine di un intenso abbraccio, e Solo due Satelliti, una canzone con una sua personale atmosfera, creata da un uso sapiente e particolare dei cori, al termine Marco lascia il palco.
Sugli schermi una sigla originale composta per l’occasione proietta il pubblico negli anni 70, con Jean e Jane, due presentatori che introducono la band in pieno stile seventies. Il fumo avvolge il palco, avvolge Marco che inizia a cantare Proteggiti da me, ancora più black nell’arrangiamento di quella presentata nel precedente tour o dell’originale del 2016. È il momento di Parole in circolo, L’Essenziale e Non passerai. L’abbraccio con il pubblico si scioglie sulle note di Ti ho voluto bene veramente, Duemila volte e la bellissima Come neve.Il gran finale e’ affidato alla carica funk di Ma Stasera, a Pronto a Correre, con una maggiore spinta rock, e Io Ti Aspetto. Per chiudere con Buona vita, dal chiaro sapore latino”. È il finale ideale con un augurio e un ringraziamento sincero per il suo pubblico. Ad arricchire una serata indimenticabile per i fan di Mengoni, gli ospiti Giuliano Sangiorgi, Gazzelle, amico di vecchia data, e Madame.