Presentato in concorso alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, America Latina è il terzo film dei Fratelli D’Innocenzo che approda nelle sale cinematografiche a partire dal 13 gennaio 2022.
Ambientato a Latina. Paludi tra terreni bonificati, centrali nucleari dismesse, umidità si trova lo studio dentistico Massimo Sisti, interpretato da Elio Germano. Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità, la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla correttezza. Ha uno shock, però, quando scende nel suo seminterrato e scopre una donna legata e imbavagliata. Il pavimento è pieno di sacchi di cibo, a indicare che è lì da un po’, ma come ci è arrivata?
“È un film al quale teniamo tantissimo – hanno spiegato i registi – è nato in fretta, rispetto ai primi due film che hanno avuto una gestazione lunghissima. Ci siamo trovati nella condizione di realizzare subito quello che avevamo da dire. È stato fatto di getto, ma senza rinunciare alla precisione. È un film che mette trai suoi temi tante paure. Per noi è un film personale e per questo dialoga con tutti.”
Quando scopre la donna, Massimo è sconvolto dalla scoperta, ma non fa alcuno sforzo per lasciar andare la ragazza. Inizia a sospettare di tutti, dal suo unico amico Simone (Maurizio Lastrico), al padre violento (Fillipo Dini) fino a sua moglie Alessandra (Astrid Casali). Inizia a guardarsi dentro, alla ricerca di risposte nelle parti più nascoste della propria identità fino a quando non si rende conto che qualcosa non va, e la verità lo colpisce con la forza di un uragano. Elio Germano fa bene la parte del personaggio complesso ed enigmatico, e tale rimane fino ai titoli di coda di un film destinato a dividere il pubblico non solo per la sua struttura narrativa ma anche per la desolazione della situazione che descrive.
I fratelli D’innocenzo, dopo La Terra dell’Abbastanza e Favolacce, dipingono un ritratto accurato dei nostri tempi che decostruisce i suoi personaggi incredibilmente umani un pezzo alla volta, lasciandoci con un retrogusto amaro ma anche con spazio per la speranza e la redenzione.