Un cuoco solitario e taciturno, Cookie, (John Magaro) in viaggio verso Ovest si unisce a un gruppo di cacciatori di pellicce dell’Oregon, ma l’unica persona con cui sente una reale affinità è un immigrato cinese King (Orion Lee), in cerca anche lui di fortuna. Presto i due scoprono come realizzare il loro “sogno americano”: derubare un ricco proprietario terriero del latte della sua preziosa vacca, la prima e unica del territorio, per fare deliziose frittelle da vendere al mercato.
Da sempre Reichardt eccelle nel contrabbandare messaggi provocatori in narrazioni semplici e spartane. First Cow è una magnifica storia di amicizia e un ritratto autentico della vita di frontiera all’inizio del diciannovesimo secolo.
Reduce dal festival di Berlino 2020, da Locarno e dal New York Film Festival dove ha vinto il Critics Awards 2020, First Cow è un film piccolo e sobrio che affronta temi globali nelle pause silenziose tra le conversazioni, interrogandosi sulle vere fondamenta sulle quali il paese è stato costruito.
INonostante tutti i miti intorno alla frontiera come terra di opportunità, le gerarchie sociale dell’Oregon sono già così rigidi che persino gli umili sogni di imprenditorialità dei due protagonisti sembrano inverosimili. I due protagonisti pensano all’Oregon come a un mondo in cui si può vivere al di fuori dei confini della posizione sociale e della nazionalità.
Il regista dipinge con autentico realismo l’atmosfera di disperazione di Cookie e King di fronte al capitalismo invadente, che sbuffa senza pietà lungo il fiume Columbia come una chiatta piena di bestiame. L’approccio visivo di Reichardt si basa sul suo solito naturalismo. Cattura la bellezza della foresta non attraverso panorami grandangolari, ma con inquadrature strette che rendono il bosco travolgente.
‘First Cow è un capolavoro del cinema indipendente, una storia affascinante e spietata, soffusa di stupore e terrore in egual misura.