“Chiamami ancora amore nasce dal desiderio di raccontare quel passaggio delicato, che a volte dura settimane e a volte anni, ma che qualsiasi coppia con figli ha attraversato. È un momento di trasformazione e di conflitto. È il punto di convergenza di due storie famigliari, di due diverse educazioni, di due separati bisogni di affermazione e riparazione”. A parlare è Giacomo Bendotti, ideatore della serie “Chiamami ancora amore”, da lunedì 3 maggio (i primi due episodi in anteprima su RaiPlay dal 26 aprile) e diretta da Gianluca Maria Tavarelli. Anna (Greta Scarano) ha deciso di lasciare Enrico (Simone Liberati). Dopo undici anni di matrimonio fa le valigie per andarsene, ma le fa nel giorno sbagliato. Perché proprio quel giorno Enrico le ha organizzato una festa a sorpresa per il compleanno appena trascorso. Anna accetta di partecipare alla festa, trattenuta ancora una sera nella sua vita, per non umiliare suo marito e per non ferire il figlio Pietro, che la aspetta. Le sorprese in quella serata saranno molte e Anna dovrà decidere se andare o restare. Dopo undici anni di matrimonio e un figlio, si separano. La loro separazione diventa ben presto una guerra distruttiva, col risultato che toccherà a un assistente sociale, Claudia Pandolfi, andare fino in fonso per valutare la loro capacità genitoriale. Com’è possibile che una coppia che è stata così complice e affiatata non riesca a risparmiarsi umiliazioni e vendette?
Come può un amore così grande sfociare in un odio tanto cieco? Inaspettatamente ci si ritrova a rimproverare all’altro di essere come suo padre o sua madre. È una prova che obbliga a rifondare il patto amoroso o a distruggerlo. “Per aiutare lo spettatore ad entrare in empatia con i personaggi, il regista Gianluca Maria Tavarelli ha scelto di non spettacolarizzare il dolore con tecniche di ripresa che potesse essere eccessivamente artefatte o elaborate. La macchina da presa segue i protagonisti in modo semplice e naturale quasi come un documentario permettendo allo spettatore di immedesimarsi nella quotidianità della coppia.
Chiamami ancora amore vuole “toccare le corde dell’anima di chi non ha un coniuge, di chi non ha figli, di chi non ha un compagno di vita. Porta in sé un messaggio che vale probabilmente per tutti noi, la necessità di accettare l’inevitabilità degli errori che fanno parte dell’esperienza che comunemente definiamo vita