Il nuovo film del regista veneziano Andrea Segre (Io sono Li, L’ordine delle cose, Il pianeta in mare), il documentario Molecole (68’) realizzato nella Venezia chiusa per il coronavirus, ha inaugurato oggi pomeriggio la 77. edizione della Mostra con la proiezione stampa. Stasera sarà proiettato nella serata di Pre-apertura in Sala Darsena (Palazzo del Cinema) e al PalaBiennale al Lido. Tutto liscio con gli accrediti, le mascherine, i biglietti?
Direi di sì a parte qualche malinteso subito risolto, sala piena secondo la capienza consentita e applausi a Segre.
Il film – documentario è in realtà l’incontro del regista con suo padre, così a lungo silenzioso in vita e quasi così loquace da defunto. La scusa per ritrovarlo è proprio il virus tanto chiaccherato. Tra febbraio e aprile 2020 Andrea, mentre preparava due progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti.
Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto, riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel documentario Molecole. Riemerge così il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del regista, autore anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà nelle sale cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.
“Per fare un film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo. Per Molecole non c’è stato nulla di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho vissuto ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non potevo prevedere. Molecole è sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare come film di pre-apertura della Mostra è per me un grandeonore, il modo migliore per ringraziare la città che lo ha fatto nascere” racconta Andrea.
Il lavoro di recupero delle immagini, sia di repertorio del padre e della famiglia, sia di Venezia, è stato eccellente, l’unico rammarico che mi viene, alla fine della visione, è questo tono sempre un po’ malinconico e triste, in netto contrasto con i filmini in super8 di papà Ulderico sempre sorridente.
Un lavoro intimista e di qualità che va certamente apprezzato anche per il tempo e il modo in cui è stato girato.