Dopo la parentesi americana de La mia vita con John F. Donovan, Xavier Dolan torna a girare nel suo Quebec e riabbraccia i temi a lui più cari: la ricerca della propria identità sessuale, il rapporto tra diverse generazioni e quello con la propria madre. Presentato in concorso al Festival di Cannes, Matthias & Maxime, segna il ritorno del regista cabadese davanti alla macchina da presa dopo aver recitato nel 2013 nel thriller “Tom at the Farm”.
Nei panni di Maxime Leduc, un’anima giovane e sensibile, Dolan è in procinto di partire per l’Australia per sfuggire ad una vita fatta di lavoretti e ad una madre prepotente. Il suo amico Matthias Ruiz (Gabriel D’Almeida Freitas), è un avvocato di talento e ha una relazione seria con una donna. Durante le riprese di un cortometraggio amatoriale, i due si ritrovano a recitare la scena di un bacio. Il gesto, apparentemente innocuo, insinuerà in loro un dubbio persistente, minacciando l’unione della loro cerchia sociale e, alla fine, cambiando improvvisamente le loro vite.
Con il suo ottavo film, disponibile dal 27 giugno su Sky Prima Fila Premiere e sulla piattaforma digitale di Mio Cinema , Dolan abbandona alcune delle tecniche più liriche e iper-stilizzate dei suoi lavori precedenti, per un approccio molto più naturalistico e rilassato. Si concentra sulla dolorosa vulnerabilità dei suoi soggetti e sulla loro incapacità di articolare sentimenti e impulsi che si muovono sottopelle. Poiché gran parte della relazione tra Max e Matthias riguarda ciò che la coppia non si dice, la macchina da presa come una videocamera Sony di vecchia scuola, lavora sull’espressionismo: gli sguardi nel vuoto, le mani nei capelli dalla frustrazione, i malcelati entusiasmi.
È il film meno sdolcinato e tragico del regista, come se stesse finalmente iniziando a fare respiri profondi. I personaggi scherzano su Harry Potter, si scambiano insulti infantili e sembrano tutti così a proprio agio gli uni con gli altri. Matthias & Maxime riflette l’agonia e l’estasi di essere giovani e spericolati e ci ricorda che Dolan al suo meglio è un artista di sublime talento.