Diretto da Bart Freundlich e sceneggiato dallo stesso a partire da un soggetto originale di Susanne Bier e Anders Thomas Jensen, autore del film “Le mele di Adamo”, un piccolo gioiellino che ha rastrellato una quantità sconsiderata di premi nel 2005, Dopo il matrimonio, la cui data di uscita prevista per il 27 febbraio, è stata rimandata, è il racconto di un grande amore, quello che lega due donne ad uno stesso uomo, quello che ogni madre prova nei confronti della propria figlia.
Il film è potente, carico di emozioni, e dove ricorre un tema tanto caro anche a Susanne Bier, vale a dire l’improvvisa irruzione nella vita di un evento tragico che può cambiarla per sempre senza tuttavia distruggerla. Nel film l’episodio cruciale destinato a stravolgere la vita dei protagonisti, rivela i suoi effetti con estrema lentezza attraverso piccole crepe per poi esplodere in colpi di scena emotivi.
Isabel (Michelle Williams), direttrice di un orfanotrofio in un bassofondo di Calcutta, ha dedicato la vita ad aiutare i bambini indigenti, è diventata una sorta di madre sostitutiva per un vulnerabile ragazzino di sette anni, Jai (Vir
Pachisia). Per evitare la bancarotta, decide di partire per New York, dove non mette piede da 20 anni, ad incontrare di persona una facoltosa finanziatrice. Una volta nella Grande Mela, Isabel si trova disorientata tanto dallo sfarzoso hotel che le hanno prenotato, quanto dall’incontro con la potenziale benefattrice, Theresa Young (Julianne Moore), una magnate dei media multimilionaria.
Fra lo scintillante grattacielo da cui la businesswoman dirige i proficui affari e la splendida tenuta sulla Oyster Bay dove vive felice con il marito artista, Oscar Carlson (Billy Crudup), la figlia ventunenne, Grace (Abby Quinn), e i gemelli di otto anni Theo e Otto, la vita di Theresa sembra assolutamente perfetta. Quando Isabel viene invitata dalla ricca magnate al matrimonio di Grace con Jonathan (Alex Esola), dietro l’apparente felicità e gioia, emergono verità a lungo nascoste, riaprendo una vecchia ferita e rivelando un nuovo segreto.
La trasposizione al femminile della storia rispetto alla versione originale rende il remake più affascinanante. In comune con Susanne Bier, Bart Freundlich mette a confronto due realtà opposte. L’india che con le sue baraccopoli sancisce ancora una volta il fallimento delle politiche ambientali, mentre a New York il dislivello tra poveri e ricchi ha toccato un punto di non ritorno. Liberalismo e filantropia insomma non sono mai stati così distanti.
Il risultato va in una direzione ben precisa: le commedie finiscono con i matrimoni, con l’ordine che sostituisce il caos. Invece Dopo il matrimonio, distribuito da Lucky Red, non è una commedia, i matrimoni non ingannano nessuno e le donne devono ancora fare i conti con il dilemma tra carriera e famiglia.