Il meraviglioso documentario di Morgan Neville, “Un amico straordinario” (A Beautiful Day in the Neighborhood) con Tom Hanks, mostra Fred “Mister” Rogers, il presentatore più amato della televisione americana, per quello che era esattamente: un uomo che sapeva parlare ai bambini. Sebbene fosse un ministro presbiteriano, ha voluto sempre tenere la dottrina fuori dal suo programma televisivo.
L’aspetto più riuscito del film è quello di scegliere come antagonista di Mister Rogers, Lloyd Vogel ( Matthew Rhys di The Americans),un cinico giornalista della rivista Esquire alla fine degli anni ’90. Da poco genitore e con alle spalle un’infanzia travagliata a causa di un padre che lo abbandonato da piccolo, Lloyd riversa nei soggetti delle sue interviste tutta la rabbia che gli ribolle dentro. Quando viene incaricato di intervistare Mr. Rogers farà di tutto per far crollare la calma inquietante e la pazienza infantile del presentatore, qualità di cui la società moderna, sempre più individualista, ormai preferisce fare a meno.
Quasi due decenni dopo la sua morte, Rogers rimane il grande enigma dei moderni media americani, un uomo inattaccabile, animato da buone intenzioni e la cui influenza ha attraversato generazioni. Il tono gentile di Rogers e la sua genuina curiosità hanno incantato giovani spettatori e sconcertato coloro che hanno cercato di dimostrare al mondo che dietro quella facciata si nascondeva una zona d’ombra.
Eppure è tutto vero, “Un amico straordinario”, al cinema dal 5 marzo con Warner Bros, arriva alla conclusione che Mr Rogers non era ipocrita ma un uomo buono con schiettezza e semplicità. Grazie anche a Tom Hanks, candidato ai prossimi Premi Oscar come Miglior Attore Non Protagonista, che con i suoi sorrisi benevoli ci ricorda che per diventare una brava persona è necessario allenarsi con piccole buone azioni quotidiane fatte senza un motivo, solo con l’intento di diventare migliori.