E’ una dichiarazione d’amore, quella di Werner Herzog verso Michail Sergeevic Gorbaciov nel film biografico “Meeting Gorbachev”. E’ un affresco di un’epoca in cui tutti imparammo le parole glasnost e perstroika, con spezzoni storici, dall’incontro di Reykjavik con Reagan sul nucleare alla caduta del Muro di Berlino alle dimissioni dell’allora presidente dell’Unione Sovietica, che racconta ora dalla sua voce diretta.
Ora il film sull’ex capo dello Stato sovietico, oggi 88enne, arriva nei cinema dal 19 al 22 gennaio grazie a I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection all’interno delle I Wonder Stories. Gorbaciov è vecchio, appesantito, ammalato, vive in solitudine, ma nello sguardo, mentre dialoga con il regista, c’è una intensa luce. Nella sua perduta grandezza, ne esce come una figura tragica. “Ho sempre avuto dentro di me il progetto di un film su di lui – ha detto Herzog – Sì, è una figura tragica perché parte della popolazione lo considera un traditore, ma l’Unione Sovietica allora non poteva più essere tenuta insieme da nessuno. E nessuno oggi vuole ricrearla, nemmeno Putin. Gorbaciov non è riuscito a portare a termine la missione che si era dato”.
Un ritratto tedesco e quindi europeo, realizzato da Herzog per il trentennale della caduta del Muro di Berlino, insieme al documentarista britannico André Singer, e commissionato dall’emittente televisiva tedesca MDR. Inoltre, il regista è in scena, come coprotagonista. Per un film che puà essere considerato il suo testamento morale ed esistenziale più autentico.