Ci siamo. E’ il D-Day del Premio Strega, che si potrà seguire questa sera dalle 23 su Rai Tre in diretta da Villa Giulia a Roma. In gara due romanzi storici e tre romanzi di segno diverso ma che si potrebbero dire, pur generalizzando, di lessico famigliare. Le quotazioni salgono e scendono. I fab five sono noti, già pluripremiati, per la prima volta tre donne, e molto interessanti, il finale sembra prevedibile, anche se i broker della letteratura non escludono colpi di scena.
A poche ore dal gran finale TheSpot.News propone un dettaglio di lettura particolare, quasi un gioco, confrontando i romanzi secondo le citazioni scelte dagli autori all’inizio. Tutti gli autori si appoggiano infatti, prima dell’incipit, ad un altro autore per inquadrare quanto vanno a raccontare. E’ la prima cosa, dopo il titolo, che incontra il lettore. E anche tra queste stilare una graduatoria è difficile. Si vada in ordine alfabetico.
Penso di poter dire che la vita italiana piace
moltissimo a tutti noi.
Charles Dickens a Thomas Minton, 12 agosto 1844
Cosa dobbiamo pensare davanti alla citazione scelta da Benedetta Cibrario, con “Il rumore del mondo”, romanzo storico, per la cronaca tra i favoriti, pubblicato da Mondadori, quasi ottocento pagine lievi come una bibbia? Forse che l’Italia è stata, o può essere, un Paese desiderabile, in cui sognare ed ardire progetti. Ha proposto l’opera al premio Giorgio Ficara, che ne scrive: «Fondato su minuziosi studi d’archivio e sostenuto da una verve narrativa personalissima, ci mostra un punto di vista non convenzionale sul Risorgimento: Anne Bacon, inglese malinconica e operosa in un piccolo Piemonte aristocratico, è un personaggio originale in grado di registrare e testimoniare ogni impulso di una straordinaria evoluzione storica (…)». Grazie per l’incoraggiamento.
Famiglia
Dopo un grande dolore,
viene un sentimento formale.
Emily Dickinson
Claudia Durastanti, italiana di Brooklin, che ha scritto “La straniera” pubblicata da La nave di Teseo, con questa citazione spezza la narrazione del dolore come sublimazione della vita e dei sentimenti e lo riporta alla realtà con Emily Dickinson. E’ inutile, il dolore non fa bene e, colpo su colpo, spegne, sembra dire, e questo colpisce al cuore. Si tratta invece, più in sostanza, dello scarto con cui gioca su più livelli l’autrice, che narra di incontri e identità molteplici, partendo da una famiglia italoamericana e da genitori a cui l’uso della parola non è dato. Il proponente, Furio Colombo, dice di questo romanzo, per la cronaca non tra i favoriti, ma sicuramente tra i più intriganti: «Merita attenzione per tre aspetti del tutto insoliti, il linguaggio, lontano-vicino, familiare ed estraneo, molto bello e senza alcuna preziosità o deliberata ricerca di stile. La storia, che appartiene, allo stesso tempo, al genere “familiare” ma anche a una sequenza di avventure sorprendenti. Infine il talento espressivo che rende La Straniera non una raccolta di memorie, ma il punto in cui nasce una storia nuova.»
Fedeltà
Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando.
Philip Roth
Si parla di fedeltà e l’ispido Roth non promette bene con questa citazione che apre il romanzo di Marco Missiroli, pubblicato da Einaudi, proposto al premio da Sandro Veronesi. Ma è sull’essere vivi che va l’accento. E nelle parole di Veronesi torna il dolore di cui si parlava poco fa, ma come forza che forgia: “Di questi romanzi si usa dire che “fanno epoca”. Il nodo che vi viene sciolto, nella scrittura soda e però anche fluida e lucente, nei personaggi perfettamente definiti e però anche nella formidabile trazione generata dalla loro dissolvenza l’uno nell’altro, è quello del dolore: è energia vitale, il dolore, null’altro che energia vitale, e la specie umana è concepita per trasmetterselo”. Per la cronaca, sulla carta il secondo tra i favoriti.
“Io sono una forza del passato”
Pier Paolo Pasolini
Antonio Scurati, il favorito, con “M. il figlio del Secolo”, romanzo storico su Mussolini, spiazza con un colpo da maestro con la citazione di Pasolini, che funge da lente attraverso la quale guardare l’opera. La lente non ci arriva dalla frase in sé, ma dal suo autore, che così ci guida ad approcciare le ottocento e passa pagine, costruite su una fitta documentazione, (tranquilli, senza foto), pubblicate da Bompiani e proposte al premio da Francesco Piccolo.
“Io sono una forza del passato” poesia di PPP, che viene recitata e inquadrata da Orson Welles nel film “La ricotta”, nei panni dello stesso autore in una scena memorabile. Pasolini ne disse: “Essere una forza del Passato significa percepire la parte più vitale della nostra Memoria, sede dei nostri Ricordi e dei nostri Conflitti. Non aver capito il proprio Passato significa riviverlo, ma vivere il Passato in forma lapidea significa togliere ad esso la parte vitale (…)”. Oltre al testo completo della poesia e della spiegazione di Pasolini, si aggiunga alla lente quanto dice, nel film, Welles al giornalista che lo intervista: “Lei è un uomo medio. Che vuol dire un mostro, un pericoloso delinquente, un conformista, colonialista, razzista, schiavista, qualunquista”.
Avevo sempre l’impressione che noialtri fossimo una strana famiglia di gente né ricca, né povera, molto più ricchi dei poveri e molto più poveri dei ricchi, con un giardino che era una cosa da gente ricca, ma con un cesso buio dove ci crescevano i funghi.
Natalia Ginzburg, Infanzia
Ed ecco Nadia Terranova con “Addio fantasmi”, pubblicato da Einaudi Stile Libero, che si fa introdurre dalla madre nobile degli scrittori italiani e, appunto, dei lessici famigliari rigorosamente con la “g”. Una citazione che ci consegna una chiave e lo spaesamento di chi guarda al suo passato con la, ancora una volta, dolorosa lucidità del presente. Qui si tratta della storia di un’esistenza femminile incagliata e isolata tra due mari. E’ stata proposta da Pierluigi Battista che ha visto in questo romanzo una nuova “Telemaco alla ricerca del padre Odisseo” in realtà mettendo in atto, attraverso l’incontro di ciò che era e non è più, una cerimonia degli addii.
Al di là di ogni premio, ognuno anche da queste citazioni farà la propria scelta: e che sia una buona lettura.
Nella foto di copertina
Roma; Tempio di Adriano 12 06 2019 Premio Strega 2019, Cinquina finalista. Nella foto da sin. Benedetta Cibrario, Marco Missiroli, Claudia Durastanti, Nadia Terranova e Antonio Scurati. ©Musacchio, Ianniello e Pasqualini
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