Quando l’esordio è già maturo e denso di sonorità riconoscibili e alle quali non si può rinunciare: si parla di Etude il primo lavoro di Giuseppe Rucireta che rappresenta il percorso di studio (etude, appunto!) realizzato dall’autore nell’ambito della musica elettronica. La ricerca dell’artista, che sceglie il nome di MRKX, è iniziata qualche anno fa e si riversa in un ep che riesce a riflette un sound che richiama, attraverso l’utilizzo di un linguaggio proprio, influenze di artisti diversi come: Flying Lotus, Plaid, Air, Radiohead, Bonobo, Jimmy Edgar, per citarne alcuni. Influenze che hanno segnato il percorso del producer e che emergono nelle sonorità dei cinque inediti brani di Etude, dove un ventaglio di suggestioni articolatissimo prende forma. Un caleidoscopio anche visivo, con la copertina raffigurante una fantasiosa bambola di pezza stilizzata che si dirama e si anima grazie a fili che si perdono nell’etere. Così come il sound di, ad esempio, Sa’ada, il brano più energico del disco, che riesce a regalare al fruitore un viaggio di percezioni diverse portandolo in una dimensione surreale in cui perdersi. Per ascoltare Etude basta cercare il disco su una delle piattaforme digitali come Spotify, iTunes e YouTube.
Per l’occasione abbiamo intervistato Giuseppe Rucireta che ci racconta qualcosa di sé e di come è nato il progetto Etude.
Come ti sei approcciato alla musica elettronica?
La musica mi ha sempre accompagnato sin da molto giovane: a sedici anni mi accostai allo studio di uno strumento musicale, la chitarra, anche se la batteria mi affascinava molto più, ma per motivi di quieto vivere familiare dovetti subito abbandonare l’idea. Dalla chitarra classica, poi, decisi di passare ad un suono più “cattivo” e iniziai a suonare la chitarra elettrica, fino a scoprire il mondo legato all’effettistica e ai loop che si potevano realizzare con essa. Da qui il passaggio all’elettronica è stato quasi immediato.
Come sei giunto a voler produrre un lavoro proprio di elettronica?
Dopo aver iniziato a “giocare” con i vari programmi di produzione musicale quali “cubase”,“logic” e “ableton”, sono riuscito a produrre una serie di sonorità che avevo in mente che hanno dato vita alle mie prime composizioni. Da lì piano piano ha iniziato a prendere forma Etude.
Parliamo del nome: Etude. Studio. Si tratta quindi di un percorso di studio che ti ha portato a realizzare il tuo primo lavoro?
Etude è il risultato di una serie di idee sviluppate da un approccio giocoso che, con il passare del tempo è diventato qualcosa di più serio, fino a portarmi verso una ricerca più approfondita di quelle che erano le mie intuizioni iniziali.
I pezzi sono una commistione di sonorità, in essi riscontriamo accenni, ad esempio, a Flying Lotus. Come lui persegui una sorta di ‘oscura psichedelia’?
Nonostante Flying Lotus sia un dei miei artisti preferiti, l’oscura psichedelia non credo appartenga alla mia ricerca, volta piuttosto ad una armonia di suoni e ad un linguaggio che mi identifichino.
Il tuo lavoro è frutto di una collaborazione con altri artisti (sia per la copertina che per l’etichetta ecc) vuoi parlarcene?
Questo lavoro si è concretizzato grazie al supporto di diverse realtà, prima tra tutte quella di Private Room Records, che mi ha dato la possibilità di sviluppare in modo concreto l’ep; poi Tommaso Qzerty Danisi che ha curato mix e mastering; il tutto, infine, impreziosito dal contributo di due artisti, oltre che amici: Mariantonietta Bagliato, che ha cucito la copertina, e Salvatore La Battaglia che poi l’ha rielaborata graficamente.
Etude rispecchia in pieno la tua visione attuale o il tuo approccio con la musica elettronica si sta già modificando?
Etude è il risultato di un percorso che concretizza idee abbozzate e rimodellate nel tempo. Naturalmente la musica, soprattutto quella elettronica, come qualsiasi forma d’arte, vive un processo di mutamento costante: di conseguenza, anche le mie idee sono influenzate da questa evoluzione e subiscono un cambiamento continuo.
Stai già pesando ai prossimi progetti?
Nel corso degli ultimi anni, il mio rapporto con il pubblico l’ho vissuto come dj; ora, invece, sto pensando ad un “ritorno alle origini” e sto lavorando ad un live. Da qui stanno nascendo una serie di idee che spero di trasformare in nuovi brani in futuro.