Non è facile mantenere un’amicizia nata all’università, soprattutto quando di mezzo – oltre agli anni che passano – ci sono anche centinaia di miglia di distanza e una malattia terminale. Ancora più difficile è riuscire a rispettare le decisioni dell’altro, soprattutto quando non condivise e apparentemente incomprensibili. È questa la storia di Domani è un altro giorno, il remake tutto italiano (o, per meglio dire, romano) di Truman, il film di Cesc Gay.
Giuliano (Marco Giallini) e Tommaso (Valerio Mastandrea) sono amici da una vita, eppure diversissimi tra loro. Tommaso, che è una persona riservata e taciturna, vive in Canada, dove ha una famiglia e insegna robotica. Giuliano invece è estroverso, innamorato della vita e fa l’attore a Roma. I due sono legati da una trentennale amicizia, che si troverà ad affrontare la sfida più grande di tuttte: Giuliano riceve infatti una diagnosi terminale e, dopo aver lottato per un anno contro la malattia, decide di non sottoporsi più alle cure. Non gli resta quindi molto e Tommaso, imperterrito, prende un aereo per volare dall’amico. Si tratterrà a Roma per quattro giorni con l’unico scopo di dire addio al migliore amico. Tra di loro non è cambiato nulla e basta guardarsi di nuovo negli occhi per ritrovare quella complicità giovanile.
Saranno quattro giorni intensi e alla coppia di amici si unirà anche l’immancabile compagno di vita di Giuliano: il suo cane Pato, in cerca di una nuova famiglia adottiva prima che il suo padrone lo lasci definitivamente. Il primo dei conti da chiudere – in questa situazione – è proprio quello di trovare una nuova sistemazione a Pato. Per quanto riguarda Tommaso, non sarà semplice accettare la rassegnazione dell’amico.
“Fare l’attore ti permette di avvicinarti a qualsiasi tema, anche con una certa distanza” – sostiene Mastandrea, quando le viene chiesto come ha affrontato il tema della malattia nel film diretto da Simone Spada nelle sale dal 28 febbraio. Ma il film in realtà ne affronta parecchi di temi, e forse quello della malattia non è neanche quello centrale: si tratta più di accettazione, rispetto per il dolore altrui e sostegno incondizionato. In altre parole, tutto ciò che comporta un’amicizia autentica che va oltre la distanza, oltre le differenze caratteriali e perfino oltre la morte che incombe.
I temi del dolore e della malattia comunque incorniciano l’intero film, ma “il pregio maggiore del film è l’equilibrio”, riferisce il regista Simone Spada. Nella pellicola si alterneranno momenti drammatici a momenti comici e da Marco Giallini e Valerio Mastandrea non ci si sarebbe aspettato di meno. La scelta dei due attori, per altro, è affatto casuale, dal momento che Giallini e Mastandrea sono amici da una vita fuori dal set e della loro complicità giova l’intero film. “Io e Marco improvvisiamo anche nella vita, figuriamoci sul set” ha dichiarato con il sorriso il quattro volte candidato al David di Donatello 2019, ammettendo comunque che in Domani è un altro giorno lo spazio all’improvvisazione è stato più ristretto di quanto si pensi.
È Noemi l’artista ad interpretare il brano Domani è un altro giorno, che si configura come un inno di speranza del film distribuito da MEDUSA FILM a partire dal 28 febbraio, una pellicola che ha senz’altro molto da insegnare e che lo fa attraverso delle risate liberatorie che non riuscirete a trattenere una volta in sala. Nonostante tutto, malgrado tutto.