Un quarto di secolo: 1994-2019. Per i T.A.R.M. l’anno che verrà si preannuncia importante. Il trio friulano, composto da Davide Toffolo, Enrico Molteni e Luca Masseroni, festeggia una carriera di indipendenze dichiarate e creatività espressiva. Chi li segue, i loro fan, ma anche solo i curiosi estimatori, ha imparato ad amarne la ricerca di singolarità, aspetto che li definì, conferendogli un’identità precisa, fin dall’inizio, nel profondo est del punk rock italiano. A Pordenone, a metà degli anni ’90, si muovevano musicisti poco più che ventenni. I gruppi punk rock e new wave si formavano e svanivano come pulsazioni di un corpo sociale che ribolliva di voglie di ritorno ad un ‘futuro’ tutto immaginato negli anni ’70. I T.A.R.M. indossarono le loro maschere e conquistarono la scena con quel primo singolo, Si Parte, per una destinazione che non è stata ancora stabilita. Da allora non hanno smesso di stupire per coerenza e capacità di rinnovamento in sintonia con il principio etico del Do it Yourself.
La festa per questi primi 25 anni di musica è stata preparata con cura. Il 24 gennaio, alla Santeria Social Club, a Milano, i Tre Allegri Ragazzi Morti presenteranno un nuovo album di inediti, intitolato Sindacato dei Sogni: un’uscita firmata ovviamente dall’etichetta indipendente La Tempesta, fondata dallo stesso Molteni nel lontano 2000. Dopo le sperimentazioni, le iniezioni di reggae e cumbia, con i brani ‘Caramella’ e ‘Bengala’, i due singoli che anticipano l’uscita del nuovo lavoro, i T.A.R.M. fanno un tuffo nel passato; in un certo senso rielaborano strumentalità e poetica già apprezzate in lavori come Mostri e normali e in La testa indipendente. Non si tratta di un ‘già sentito’, ma di una rivisitazione delle narrative musicali e grafiche con una maturità artistica consolidata e forse più delicata.
Il video che accompagna il brano ‘Bengala’, uscito il 30 novembre, è un gioiello da guardare ed apprezzare, perfettamente incastonato nell’architettura di versi che compongono questa ballata folk rock, squisitamente naïf. Più che di un video clip, si tratta di un cortometraggio sapientemente realizzato dal regista Michele Bernardi. Ispirato alla grafica antropomorfizzante degli animali del grande Richard Scarry, il video narra della Natività e della sacra famiglia, una che è ‘una qualsiasi’ tra le famiglie, catapultata nell’oggi scenograficamente apocalittico di un conflitto che è ferita della contemporaneità. Dopo l’annunciazione, rappresentata con una scelta narrativa di rara gentilezza, i protagonisti affrontano il viaggio da Gerusalemme a Betlemme, in vespa. Il deserto finisce dove comincia una città affaticata da un muro grigio che aggredisce lo spazio, le persone: le speranze hanno i colori delle opere di Banksy e di stelle che sorprendono, chiudendo la storia con una originale novità interpretativa. Dopo oltre 1000 concerti, i Tre Allegri Ragazzi Morti continuano così a raccontare storie. Sono ancora bardi metropolitani: l’identità è tutta da immaginare, da tre generazioni funziona così.