È «L’intrusa» di Leonardo Di Costanzo il miglior film. Mentre al regista Gianni Amelio, che dopo averci raccontato la paternità nel suo romanzo «Padre Quotidiano» e sta già scrivendo il suo prossimo film, va il Globo alla carriera. Elegante, garbato e con la battuta sempre pronta non nasconde la sua gratitudine. «Quando ricevetti per la prima volta la Crolla alla Carriera in ex equo con Gillo Pontecorvo, non avevo neanche 40 anni. Allora Mario Monicelli, che era seduto in platea, si alzò e disse con il suo tipico cinismo: “Danno il premio alla carriera ad uno che non l’ha fatta mai e all’altro che mai la farà”. Adesso un po’ di cammino l’ho fatto. La stampa estera ha sempre avuto un occhio di riguardo nei mie confronti: è il mio sesto Globo d’oro.» E ripensando in questi giorni di sbarchi e morti nel Mediterraneo, il pensiero corre subito a «Lamerica», film su tutti i migranti, commenta. «Non ci aspettavamo questa deriva. Io sono agghiacciato, nessuno si pone il problema che sono essere umani. Diventano, invece, dei numeri e dei calcoli politici, per avere poi dei consensi e intanto i protagonisti veri che muoio sono persone. Come dicevo 25 anni fa noi siamo stati così. Ci siamo passati e non ci hanno trattato in questo modo. Ci hanno accolto. Oggi dobbiamo cercare noi di cambiare le cose e non aspettare che siano gli altri a farlo».
In perfetto completo scuro, rilassato e sorprendentemente disponibile arriva anche Toni Servillo, Globo d’Oro per la migliore interpretazione maschile insieme a Luca Martinelli, per il ruolo dell’intenso ispettore Vogel in «La ragazza nella nebbia», esordio alla regia dello scrittore di noir Donato Carrisi. Sempre al servizio di giovani autori come Molaioli, Ciprì, Cupellini ed altri: «Sono particolarmente felice per Donato Carrisi. E’ un’opera prima. Ne ho fatto tante e con gioia, mi piace condividere l’entusiasmo della prima volta e non mi dispiaceva l’idea di interpretare un personaggio cattivo, di una cattiveria controversa». Un premio che dedica, sorridendo, «a chi mi sopporta». Instancabile, l’attore sta già per iniziare le riprese di una nuovo film dal titolo «5 è il numero perfetto», tratto dal fumetto pulp del graphic novel italiano Igort che rende omaggio al cinema di Sergio Leone e Takeschi Kitano.
Dopo un viaggio in treno, impegnato a Napoli sul set del film «Martin Eden», la trasposizione cinematografica del grande classico di Jack London, viene accolto con entusiasmo anche il talentuoso Luca Marinelli, al suo primo Globo per «Una questione privata», diretto dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani prima della scomparsa di Vittorio, morto lo scorso aprile. «Non mi aspettavo questo premio. Sono molto contento di averlo ricevuto per questo film, e dallo sguardo esterno della stampa estera. E’ emozionate. Sono stato creta in mano ai racconti e alle emozioni di Paolo». Il riconoscimento è dedicato ad una persona molto cara, «a mia nonna, che era lì quando ho incontrato i fratelli Taviani e lo condivido con Toni Servillo, con cui ho avuto la fortuna di lavorare e ho potuto vedere quale è il mestiere dell’attore». A sottolineare le capacità interpretative dell’attore romano è lo stesso Vittorio Taviani, appena tornato da Parigi. «Il film è uscito ora in Francia ed è stato accolto molto bene. Sono felice del premio a Luca Marinelli. E’ sempre troppo poco per un grande attore come lui. Gli auguro una grande carriera.»
Frizzante, e con una mise total black, Paola Cortellesi migliore attrice per la sua divertente performance in «Come un gatto in tangenziale» dedica il premio. «Alla mia bambina Lauretta. Sono felice del gradimento della stampa estera, anche perché questo è un film molto, ma molto italiano ma evidente hanno colto tematiche che invece sono universali. Gli stessi conflitti di integrazione sociale.» Mentre all’asso piglia tutto «Ammore e malavita» dei Manetti Bros, vincitore alla Mostra del cinema di Venezia e ai David di Donatello, va il premio per la migliore commedia. A riceverlo un solo fratello, Antonio. «Ci siamo divisi perché stiamo lavorando all’Ispettore Coliandro e Marco è rimasto a Bologna. Questo film ci ha dato tante soddisfazioni e siamo felicissimi del premio della stampa estera che dedichiamo alla nostra troupe, la nostra famiglia e anche alle nostre mogli che ci supportano e sopportano».
I titoli che concorrono al premio Globo D’Oro vengono selezionati ogni anno dal comitato cinema della Stampa Estera, fra le opere della stagione in corso. I premi vengono assegnati da una giuria di trentatré giornalisti stranieri. Quest’anno sono stati selezionati 31 lungometraggi, 71 documentari e 90 cortometraggi.
Tutti i vincitori della 58a edizione dei Globi d’Oro:
MIGLIOR FILM
L’intrusa di Leonardo Di Costanzo
MIGLIOR COMMEDIA
Ammore e malavita dei Manetti Bros.
MIGLIOR ATTRICE
Paola Cortellesi – Come un gatto in tangenziale
MIGLIOR ATTORE
Luca Marinelli – Una questione privata
Toni Servillo – La ragazza nella nebbia
MIGLIOR SCENEGGIATURA
La ragazza nella nebbia – Donato Carrisi
Premi speciali:
GRAN PREMIO DELLA STAMPA ESTERA
L’esodo di Ciro Formisano
GLOBO D’ORO ALLA CARRIERA a Gianni Amelio
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Stai Sereno di Daniele Stocchi
MENZIONE SPECIALE al cortometraggio Numeruomini di Gianfranco Ferraro
MIGLIOR DOCUMENTARIO
Caravaggio – L’anima e il sangue di Jesús Garcés Lambert
MIGLIOR MUSICA
Dove non ho mai abitato – Pino Donaggio
MIGLIOR FOTOGRAFIA
The Place – Fabrizio Lucci
MIGLIOR OPERA PRIMA
Maria per Roma di Karen Di Porto