Un’investigazione giocosa e umana sulla relazione tra spazio, tempo e memoria, la storia di un dramma familiare, una storia di fantasmi: Timeless è lo stato dell’arte di una ricerca che ha visto i Muta Imago per quattro settimane condividere lo stesso “spazio-tempo”, le stesse domande e gli stessi esperimenti con alcuni degli attori della Scuola di Perfezionamento del Teatro di Roma.
«In uno spazio vuoto, immutabile, dove il tempo si muove in continuazione e con esso, ogni altra cosa, attraversato dal movimento continuo di giovani performer, tutto accade adesso, allo stesso tempo. Quali sono le possibilità immaginative che il teatro può attuare per attivare una riflessione sul tempo, per estendere e confondere le sue direzioni? Come costruire una drammaturgia a partire dal presupposto della contemporaneità dei tempi? Di quali strumenti dotarsi, quali esercizi attivare per poter fare e comunicare l’esperienza di un mondo senza tempo? Cosa succede in questo caso alla possibilità di racconto, di immaginazione e di esperienza estetica?», sono gli interrogativi che i Muta Imago si pongono. Timeless non si presenta come un testo lineare, ma come un collage composto di frammenti, di conversazioni, immagini e azioni quotidiane che si ripetono negli anni, di piccoli momenti casuali a cui di solito non si dà importanza e che invece, più di ogni altra cosa, affrontano le grandi questioni della vita di tutti: «appendere un quadro, cercare un mazzo di chiavi, fare l’amore per la prima volta sul divano, raccontare la propria giornata al telefono, spegnere le candeline su una torta».
Le grandi ed essenziali tematiche dell’amore, della solitudine, della gioia, vengono restituite con la leggerezza e la semplicità di gesti che appartengono a ognuno di noi. Infatti, gli eventi non avvengono in maniera lineare, bensì simultanea: il 1945 accanto al 2020 «non prima, né dopo – annota la Compagnia – La performance scorre continua e ininterrotta, un movimento costante costruito tutto sull’alternanza dei corpi, delle voci e delle azioni dei performer, che senza soluzione di continuità dovranno danzare, giocare, parlare, urlare, lottare, far apparire dinosauri, interpretare fumetti pre-cristiani, ascoltare il suono di due torri che cadono, amare, cadere, avere cura l’uno dell’altro». Una sequenza di avvenimenti che si svolge senza soluzione di continuità: istanti di vite private, vacanze, compleanni, morti, cadute, persone, animali, alberi di natale, dinosauri, biologia, geologia, tutto quello che passa e non resta, ma che definisce e conferisce un significato preciso alla vita degli esseri umani. Album di fotografie, sigle di telegiornali, ricordi personali e collettivi, materiali documentari su eventi storici, diari, lettere, diapositive, storie personali degli autori si armonizzano e si combinano per intessere un racconto che non restituisce momenti di una biografia personale, ma si configura come pura coreografia di parole e gesti, nei quali riconoscersi e rispecchiarsi.
Il progetto è realizzato con il sostegno del MIBACT e SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, con in scena alcuni degli attori della Suola del Teatro di Roma (Valeria Belardelli, Luisa Casasanta, Edoardo Coen, Michela De Rossi, Alessandro Minati, Silvia Quondam, uditrice Dacia D’Acunto).