A questo servono i Festival, dare visibilità a film che disturbano. Rafiki (che si traduce solo in Friend in Swahili), il secondo lungometraggio della talentuosa cineasta africana Wanuri Kahyu, è stato censurato in Kenia perchè racconta una storia d’amore tra due donne a Nairobi, dove l’omosessualità è ancora illegale. Secondo le autorità del paese africano, l’idillio tra Kena e Ziki, le due protagoniste del film, è un’offesa ai valori morali e “promuove il lesbismo”.
Eppure non c’è niente di violento, nessuna scena di sesso, nessuna nudità nel film. “Ero un’adolescente quando ho visto per la prima volta una coppia africana che si baciava sullo schermo”, ha detto Wanuri Kahiu. E’ la prima volta che un film keniota viene proiettato alla Croisette, nella categoria Un Certain regard. Ora la regista keniota spera che il suo paese faccia un passo avanti verso il rispetto del legame tra persone dello stesso sesso. In Kenya, come in molti stati post-coloniali, l’omosessualità è punita dalla legge con il carcere. In una recente intervista alla Cnn, il presidente keniano Uhuru Kenyatta ha affermato che i diritti gay sono “un tema non importante” e ribadito che non si tratta di una posizione personale, ma “dei keniani che si sono dati una costituzione in cui si dice che non è accettabile. Non è un tema che vogliono affrontare in questo momento”.
“Il mio paese avrebbe potuto essere orgoglioso di vedere uno dei suoi film gareggiare a Cannes, invece, mi sento come se avesse violato i miei diritti come persona e come artista solo per aver espresso un’opinione”, ha aggiunto Wanuri Kahiu.
Rafiki non è certo un film originale, ma di fronte ad una tematica vitale per rompere il tabù che ancora sopravvive in molti paesi africani dove l’amore gay non è considerato amore, le valutazioni tecniche passano in secondo piano. Perchè la trama è blanda e si dipana attraverso tutti i clichè del genere: l’amore segreto, la successiva scoperta e le inevitabili e prevedibili conseguenze per le due ragazze.
C’è insomma qualcosa di squisitamente ingenuo ma in un mondo in cui abbiamo film come Blue is the Warmest Colour, Call Me By Your Name e Moonlight , Rafiki merita senza dubbio un posto d’onore.