Milano ha un nuovo festival. Un festival che parla molte lingue – quelle del cinema, della musica, della fotografia, delle serie tv – e che vuole fare molto più che proiettare film: vuole generare visioni, creare dialoghi, accendere scintille.
Nasce così Milano Film Fest, prima edizione di una manifestazione che punta in alto, ma tiene i piedi ben piantati nei marciapiedi della città. Dal 3 all’8 giugno 2025, con oltre 110 film in programma, il festival porterà in sala (e fuori) anteprime assolute, incontri, concerti, progetti speciali e una selezione internazionale di titoli curata da Claudio Santamaria, attore e ora anche direttore artistico del progetto.
E non si tratta solo di vedere film: l’idea è costruire un ecosistema culturale dove ogni elemento si nutre dell’altro. Un esperimento che mescola grande schermo e dimensione urbana, cinefili e passanti, fotografi e registi, attori e musicisti, giurati internazionali e studenti al primo cortometraggio. Il risultato? Una Milano che si riscopre città del racconto, dell’immagine, della voce.
Film, ospiti e visioni da tutto il mondo
Il programma è denso, articolato, stratificato. Si parte con June & John di Luc Besson, girato con un iPhone, e si chiude con The Ugly Stepsister di Emilie Blichfeldt, un body horror che reinventa la fiaba di Cenerentola in chiave distopica. In mezzo, c’è spazio per due concorsi internazionali – uno per i lungometraggi, l’altro per i corti – e tantissimi eventi fuori concorso che puntano dritto al cuore del pubblico.
Tra gli ospiti: Alessandro Gassman e Francesco Gheghi con Mani nude di Mauro Mancini, racconto generazionale e familiare sull’universo maschile; i The Jackal, che presentano i primi episodi della seconda stagione di Pesci Piccoli; J-Ax e Dj Jad protagonisti del documentario Vai Bello, che racconta le origini dell’hip hop milanese e la stagione della Spaghetti Funk.
In giuria, volti noti del cinema italiano e internazionale come James Franco, Margherita Buy, Francesco Di Leva, Isabella Ragonese, Claudio Giovannesi, Valentina Lodovini, Luca Bigazzi e Paola Randi. Un mix che promette sguardi diversi e scelte coraggiose.

Scintille in città (letteralmente)
Il cuore del Milano Film Fest batte in luoghi simbolici come il Piccolo Teatro Strehler, il Castello Sforzesco, il cinema Anteo, ma anche nei quartieri, nelle periferie, nei giardini e nelle piazze. Qui arriva Scintille, una delle sezioni più innovative del festival: ogni sera, proiezioni gratuite all’aperto in tutti e nove i municipi di Milano, per portare il cinema dove normalmente non arriva.
Non solo film. Ogni sera ci sarà musica dal vivo, curata da Manuel Agnelli e dal suo laboratorio creativo Germi, che porterà in scena giovani artisti, sonorità ibride e performance speciali. E poi incontri, talk, laboratori, momenti di formazione, uno spazio academy con i lavori delle scuole di cinema della città e una sezione industry pensata per mettere in rete i professionisti del settore.
Raccontare Milano, ieri e oggi
C’è anche una città da raccontare. E il festival lo fa con stile, omaggiando Enzo Jannacci nel giorno del suo novantesimo compleanno, con un evento speciale in compagnia del figlio Paolo, Cochi Ponzoni, Paolo Rossi, Gino & Michele e tanti altri amici.
C’è spazio anche per la Milano più oscura, quella dei poliziotteschi anni ’70, riletta nella sezione MalaMilano: film restaurati, una masterclass dei Manetti bros., e lo spettacolo dal vivo del giornalista Stefano Nazzi, Canti di guerra, per raccontare i fatti di cronaca che hanno segnato un’intera epoca.
La città entra anche attraverso l’obiettivo del fotografo Gianni Berengo Gardin, protagonista del documentario Il ragazzo con la Leica, un viaggio nella memoria visiva del nostro paese, scatto dopo scatto.
Un progetto collettivo, una visione condivisa
Il festival nasce dalla Fondazione Milano Film Fest, che unisce quattro realtà culturali milanesi – Il Cinemino, Esterni, Fondazione Dude, Perimetro – e dal lavoro sinergico con il Comune di Milano.
L’obiettivo? Costruire un evento che sia più di un festival: un luogo in cui accadono cose. Incontri, scoperte, confronti. Dove il cinema diventa punto di partenza per ragionare sul presente e immaginare il futuro.
“Ogni cittadino può creare cultura, dai quartieri più lontani al centro città” – spiega Santamaria. “In ogni luogo può nascere una scintilla di futuro. Questo festival vuole essere anche un atto politico, un gesto urbano, un invito al dialogo”.