A un anno dall’alluvione in Romagna, Ravenna Festival dedica parte della programmazione della sua XXXV edizione ad alcune delle località più duramente colpite, con concerti gratuiti e rigorosamente nel segno del green per scoprire e riscoprire quei territori e celebrarne lo spirito di resilienza e comunità.
Con quattro fine settimana dal 10 maggio al 2 giugno, quindi otto eventi con artisti italiani, Romagna in fiore è una speciale rassegna solidale, ecosostenibile e diffusa. Partecipano: Vinicio Capossela e Don Antonio, Neri Marcorè, Giovanni Lindo Ferretti e Simone Beneventi, Paolo Benvegnù, Elena Bucci e Christian Ravaglioli, Moder e La Corelli, Murubutu e la Moon Jazz Band, Daniele Silvestri, Manuel Agnelli, Dardust e il Sunset String Quartet. Prenotazioni da giovedì 21 marzo.
Senza ingombranti palcoscenici o luci artificiali, gli appuntamenti pomeridiani – tutti alle 16 tranne il primo previsto per le 18 – sono ospitati in spazi all’aperto di grande valore paesaggistico e storico, raggiungibili a piedi o in bicicletta dalle aree designate.
Da Faenza a Riolo Terme, da Brisighella e Modigliana a Tredozio, Galeata, Conselice, Sarsina fino alla località La Torraccia della cooperativa C.A.B. TER.RA. – che ha sacrificato un’ampia porzione dei propri terreni da coltura per far defluire le acque che minacciavano la città di Ravenna –Romagna in fiore è un’occasione di incontro fra comunità locali e pubblico, ma anche un’opportunità di rilancio turistico, per contribuire a tenere accesi i riflettori su quelle zone esaltandone il patrimonio naturale e culturale e le persone che lo abitano.
Il pubblico sarà invitato a vivere l’esperienza dello spettacolo dal vivo nel pieno rispetto dei luoghi ospitanti e saranno presenti punti di ristoro grazie alla collaborazione con produttori locali. Saranno inoltre raccolte donazioni a favore di piccole biblioteche della Romagna il cui patrimonio librario è stato danneggiato dall’alluvione.
Gli appuntamenti sono possibili grazie alle aziende sostenitrici che stanno scegliendo di “adottare” questi territori feriti. La rassegna è organizzata da Ravenna Festival, Provincia di Ravenna e Provincia di Forlì-Cesena, in collaborazione con i Comuni delle località interessate e grazie all’energia verde di Tozzi Green, che fornisce le batterie ricaricabili che alimentano la minima amplificazione. Trail Romagna è partner organizzativo del progetto.
“In questi anni – dichiara il Presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale – Ravenna Festival ha sempre toccato i grandi temi del nostro tempo e non si è mai sottratto al dovere, che hanno anche gli artisti, di essere portatori di valori oltre che di competenze, talento ed estro. Quest’anno abbiamo appunto un tema molto rilevante, che ha profondamente ferito la nostra Romagna; e il Festival toccherà tanti dei piccoli comuni che sono stati pesantemente investiti dall’alluvione a maggio dell’anno scorso. La musica e le parole che il Festival porterà in quei territori saranno sicuramente molto apprezzate e contribuiranno anche a tenere ulteriormente viva l’attenzione su di loro.”
“Dopo l’alluvione dello scorso anno, che ha causato vittime e danni, parlare di Romagna in fiore tocca le corde della nostra terra, di ciò che siamo – sottolinea il Presidente della Provincia di Forlì-Cesena Enzo Lattuca – Nelle enormi difficoltà che i nostri concittadini hanno dovuto affrontare, la luce più bella è stata la solidarietà e la vicinanza. Una vicinanza che Ravenna Festival ha deciso di declinare con questa rassegna, e per questo li ringrazio, consapevole che per molte famiglie e aziende il ritorno alla normalità non è ancora avvenuto.”
La rassegna ha anche un carattere green e slow, spiega il Sovrintendente di Ravenna Festival Antonio De Rosa – Romagna in fiore è anche una preziosa opportunità per educare tanto il pubblico quanto noi professionisti del settore a pratiche sempre più green per lo spettacolo dal vivo.”
Venerdì 10 maggio per l’evento di apertura della rassegna, il solo previsto alle 18, sono in scena le Canzoni terrestri che Vinicio Capossela – onnivoro menestrello il cui ingegno scapestrato e vagabondo è alla continua ricerca di suoni e storie, culture e ossessioni da raccontare – propone con la complicità di Don Antonio. L’appuntamento a Faenza, celeberrima capitale delle ceramiche dove l’acqua è arrivata fino al centro storico, è presso Castel Raniero, dove fra il 1926 e il 1932 fu costruita una colonia elioterapica e che oggi è “casa” dell’ormai storico festival folk La Musica nelle Aie.
Domenica 12 maggio ci attende il camaleontico Neri Marcorè – per altro ideatore del festival Risorgimarche – beniamino del pubblico per la sua garbata leggerezza e una mai sopita passione per la canzone italiana. A Riolo Terme, che a novembre ha affrontato una nuova esondazione del Senio, la destinazione è la Casetta del Vento, uno dei tre poderi sul crinale sovrastante il vecchio campo da golf. Le colline di Riolo sono un paesaggio unico che si apre sulla Vena del Gesso Romagnola, recentemente riconosciuta Patrimonio dell’Umanità Unesco, e le tre cime di Monte Mauro.
Sabato 18 maggio il testimone passa a Giovanni Lindo Ferretti – punk e religiosissimo, eremita ed ex militante in band musicali di culto – e a uno stregone delle percussioni come Simone Beneventi, (entrambi nella foto in apertura di (c) ums) Leone d’Argento alla Biennale Musica 2010. Con ferita su ferita e lamento e lode, Ferretti e Beneventi danno voce al dolore di un territorio quale quello fra i preziosi borghi di Brisighella e Modigliana (quest’ultima era stata completamente isolata dalle frane) con l’evento previsto in località Olimpo di Monte .
Domenica 19 maggio l’appuntamento è doppio: mentre Elena Bucci propone un frammento dal suo Canto alle vite infinite con Christian Ravaglioli alla fisarmonica, Paolo Benvegnù ci regala brani dal suo ultimo disco È inutile parlare d’amore: nella nostra società tecnologica e votata alla funzionalità e produttività, qual è il significato della poesia, della creazione, dell’amore? A Tredozio – dove ai danni dell’alluvione si sono sovrapposti quelli del terremoto di settembre – la località scelta è l’Agriturismo Pian di Stantino, un’azienda agricola biologica ai confini del Parco delle Foreste Casentinesi, fra le foreste meglio conservate d’Italia.
Sabato 25 maggio si alternano due portatori sani di rap “letterario” come Moder, che si presenta “tra tasti, corde e pelli” affiancato dall’ensemble d’archi de La Corelli, e Murubutu con la Moon Jazz Band. Si ritorna nel territorio di Ravenna, dove la generosità di C.A.B. TER.RA., la prima cooperativa agricola della provincia (nata nel 1888 su iniziativa di Nullo Baldini e un gruppo di braccianti), ha salvato la città dall’avanzata delle acque, immolando ettari di terreni da coltura per far defluire la piena. L’appuntamento è in un altro dei terreni della cooperativa – La Torraccia, perché dominato da un’antica torre di avvistamento del 1617.
Domenica 26 maggio è la volta di Daniele Silvestri, cantastorie recidivo che ormai da tre decenni – da quando il suo disco d’esordio vinse il Premio Tenco – è fra i più acclamati e amati cantautori italiani. Coprotagonista un altro dei borghi della Romagna che l’alluvione ha messo a durissima prova: Galeata, che conta fra i propri tesori anche la millenaria Abbazia di S. Ellero. Di origini paleocristiane ma testimonianza della stratificazione d’epoche e stili, l’abbazia si raggiunge con il “sentiero delle cellette”, un antico percorso devozionale.
Sabato 1 giugno è in programma uno speciale progetto di Manuel Agnelli, uno dei santi patroni del rock alternativo italiano, dagli Afterhours di cui è fondatore e inconfondibile frontman all’attività come solista, fino al successo televisivo come giudice di X-Factor. La meta è Conselice, dove l’acqua sembrava non andarsene mai (ci sono voluti dodici giorni). Qui l’evento è ospitato nei terreni della CAB Massari, una delle più antiche cooperative agricole della regione ed espressione di una lunga storia di solidarietà, cooperazione e riscatto che ha conquistato la terra alla palude per coltivarla con ordine e tenacia.
Domenica 2 giugno l’ultimo appuntamento è con Dardust, produttore fra i principali agenti del rinnovamento della musica italiana di questi anni (c’è anche lui, per esempio, dietro Soldi di Mahmood), nonché pianista e compositore. A Dardust, affiancato dal Sunset String Quartet, spetta trasformare la radura che circonda l’Abbazia di San Salvatore in Summano, abbazia benedettina il cui nome “Summano” potrebbe tradire il legame con una divinità pagana, umbra o romana. Si raggiunge da Sarsina (il cui territorio è stato interessato da disastrose frane), che fu una piccola ma importante civitas romana e luogo natale del commediografo Plauto.
Nell’anno in cui Romagna in fiore rappresenta un segmento così caratterizzante della programmazione, Ravenna Festival sceglie lo sguardo di Silvia Camporesi. Esposti nella mostra Romagna sfigurata che la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì ospita nel Palazzo del Monte di Pietà a partire da maggio, i suoi scatti sull’emergenza alluvionale compariranno anche al Pala De André in una selezione di sei gigantografie e sul totem informativo della mostra posizionato nei luoghi di spettacolo di Romagna in fiore, nonché fra le pagine del programma generale della XXXV edizione del Festival.
Info 0544 249244
Prenotazioni su www.ravennafestival.org