Ninjababy, in arrivo nei cinema italiani il 13 ottobre sotto il segno della Tucker Film ha quel potere trasformativo dell’inaspettato. Rakel, la protagonista, ha 23 anni e possiede come vera prima voce i suoi disegni ma ha interrotto gli studi e non si impegna come fumettista, come succede nella giovinezza: non sapere, non concludere, andare per tentativi con tutto l’oro della creatività e del tempo tra le mani.
Desiderio di sperimentazione e di avventure scandiscono le sue giornate in una piena libertà sessuale, fino a uno stop mai immaginato: è incinta. Rakel però non si sente madre e non vuole esserlo.Presentato a Berlino e incoronato “Miglior commedia” agli European Film Awards, Ninjababy è un viaggio brillante e spregiudicato dentro la società norvegese di oggi. E dentro i pensieri di una ragazza ironica, spigolosa e indipendente.
La regista Ingvild Sve Flikke gioca sapientemente con gli stereotipi di genere che vogliono che la donna debba necessariamente realizzarsi attraverso la procreazione e debba scegliere tra figli e carriera.”Con il film volevo sollevare alcune domande sulla maternità. È qualcosa che viene naturale a tutti o è differente per ognuno di noi? Nella maggior parte del mio lavoro, mi piace mettere in discussione i limiti di genere. Possiamo davvero dire che qualcosa è intrinsecamente “femminile” o “maschile”? Io non credo”.
In questo schietto e allo stesso tempo delicato film tutto viene stravolto a partire dalla vita della protagonista che, scoprendo la gravidanza al sesto mese non può abortire, ma resta ferma sulla sua decisione di non essere madre ed ecco che invece il padre, famoso per essere un dongiovanni, capisce di voler cambiare la sua vita e il figlio gliene dà l’occasione perfetta. Così convince Rakel a non darlo in adozione e crescerlo lui da solo. La regista, che ha una particolare passione per la graphic novel, mescola con abilità linguaggi visivi diversi e la parte più tenera del film è il disegno del bambino, delineato e definito da Rakel come un piccolo ninja che si è nascosto per poi comparire nella sua vita all’improvviso e colpire. Da quel momento comparirà nel film come disegno animato e parleranno fino al prematuro difficile parto, in cui rischia di perderlo. Andrà poi tutto bene e la bellezza, che è sempre commovente e di più quando giunge attraverso processi dolorosi ma necessari, ci raggiunge tutta nel finale sorprendente e radioso: Rakel è pronta ad andare a trovare chi ha generato per farle dono di qualcosa che ha generato. Nel silenzio delle ampie campagne norvegesi consegna il suo libro appena uscito, la graphic novel dal titolo “Ninjababy”, tra le piccole mani della bambina e qui si apre lo scenario del tutto possibile di donne, uomini, figlie e figli felici, persone felici senza un ordine precostituito. Un film illuminato e illuminante, finalmente, come tutto ciò che ci arriva dalla commedia scandinava.