“Il cinema non ha confini, è anarchico, è androgino e il cinema è nella sua adolescenza”. Mark Cousins al Biografilm Festival a Bologna conferma la sua fiducia nella settima arte, contrariamente a chi ne profetizza il declino. “Un’arte ancora giovane, è cambiata la tecnologia, non è cambiata la sostanza”.
In corso dal 10 al 20 giugno e su MYmovies dal 12 al 22 giugno Biografilm Festival presenta 90 film nelle varie sezioni, e dedica la propria “retrospettiva più cinefila di sempre” a Mark Cousins, critico cinematografico, autore televisivo e documentarista nordirlandese, che al migliore cinema di tutto il mondo ha reso omaggio riscrivendone la storia a puntate al di là dei confini con la monumentale “The Story of Film – an Odyssey”, iniziata 18 anni fa e pubblicata nel 2011.
Tre le opere presentate al Biografilm Festival: The Story of Film: A New Generation, The Storms of Jeremy Thomas, The Story of Looking
tutte disponibili su IWONDERFULL.IT, (le prime due dal 17), secondo la versione felicemente ibrida del festival che si giostra tra la presenza e i grandi eventi, ma anche sulle piattaforme, ampiamente promosse.
Riprendendo il filo del discorso interrotto nel 2011 con “The Story of Film- New Generation” Cousins descrive la stagione più recente dell’audiovisivo, fino al 2021. Con il leggendario produttore cinematografico Jeremy Thomas, invece, Cousins è alla guida di un’auto che porta entrambi da Londra a Cannes mentre una videocamera riprende la conversazione-intervista. Le riflessioni sulla vista, in occasione di un’operazione agli occhi, portando poi il regista nordirlandese a realizzare un’opera più generale sulla visione.
“Il guardare è la proprietà principale dell’essere vivo – commenta l’autore – ho voluto essere onesto e affrontare la mia paura. Ero nel lockdown e, come in una storia di Kafka, sono stato chiuso in casa, facendo un film su un viaggio in tutto il mondo attraverso il vedere”.
La vastità dello sguardo, la ricerca attenta delle migliori espressioni artistiche in tutto il mond, oltre gli stereotipi e le convenzioni, guidano Mark Cousins a una costante ricerca: “I confini sono i nemici dell’arte, che siano confini geografici o di classe, tutti i confini – afferma – . Il cinema è senza frontiere, è anarchico, androgino. Il cinema è stato fatto da tutti. Ci sono differenze tra le culture, ma tutte le persone hanno sogni, desideri, paure”.
La passione di Cousins per il cinema arriva da lontano ed è profondamente radicata: “Praticamente tutto della mia infanzia mi ha portato qui, dove sono oggi. – racconta – Sono cresciuto a Belfast negli anni Settanta e c’era la guerra. Ero un bambino molto nervoso. Ma l’unico momento in cui mi passava, era quando entravo nel buio di un cinema. E’ questo che mi ha salvato, per tutta la mia vita. “I bambini sono adulti” diceva Hitchcock, mentre quando diventi adulto dimentichi il gioco e la creatività”. Qualità che Cousins ha invece cercato di preservare. Il lungo foglio di carta arrotolato con scritte e schizzi a pennarello che mostra alla stampa per spiegare come lavora alla struttura di un film è la rappresentazione plastica della sua mente creativa.
Biografilm Festival rende dunque omaggio a questo grande artista: “Dopo aver fatto da veicolo per omaggi a tutti i più grandi cineasti della storia, – si legge nel catalogo – ci sembra doveroso stavolta omaggiare lui, che ci ha fatto scoprire e riscoprire l’entusiasmo della visione, che ci ha guidati con mano salda e felice nella nuova era della cinefilia, aiutandoci a comprendere anche quanto ancora siano importanti e rilevanti, al giorno d’oggi, quei film che tanto abbiamo amato in passato”.
IL FESTIVAL. Non mancano nel ricco programma del festival tributi, grandi personalità e nemmeno microstorie sconosciute in questi 10 giorni e 90 film distribuiti tra il Concorso Internazionale sulle produzioni di documentario, Biografilm Italia con il meglio dei d inediti italiani, Europa oltre i confini con film di finzione europei, ma non solo, Contemporary Lives con spaccati di attualità.
Nella sezione Biografilm Art & Music, con le emozionanti storie di vita dedicate all’arte e alla musica, spiccano le opera dedicate a Paul Auster e a David Grossman, che parteciperà sabato 18 giugno alle 21 alla presentazione in anteprima italiana del documentario “Grossman” di Adi Arbel in piazza Maggiore a Bologna, in collaborazione con Repubblica delle Idee. In anteprima europea il racconto basato su i diari inediti di Patricia Highsmith in Loving Highsmith e Joyce Carol Oates: A Body in the Service of Mind.
Commosso e affettuoso, a pochi mesi dalla scomparsa, il ricordo di Gianni Celati, poeta del documentario, di cui viene trasmessa la produzione, dietro e davanti la telecamera, spesso con Davide Ferrario, narratore delle pianure, dalla Padana alla mongolica come accaduto con 45° Parallelo, durante il viaggio di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni dei Csi.
I premi Celebration of Lives Awards ai grandi narratori del nostro tempo andranno all’attriceAlba Rohrwacher, al produttore Jeremy Thomas e ai registi Diana El Jeiroudi e Orwa Nyrabia. E’ dedicata invece al videoartista e regista italiano Yuri Ancarani una maratona che ne presenta le opere.
Il vasto e composito programma di Biografilm offre numerose chiavi di lettura. Trasversalmente è presente “una riflessione profonda sulle implicazioni della violenza di sistema nelle vite delle persone e nella loro quotidianità, in un viaggio che riflette su cause ed effetti, andando anche ad affrontare il tristemente attuale tema della guerra”. Ed è anche in questa chiave che si può leggere il documentario che ha aperto il Festival, “Princess”, diEd Perkins, dedicato a lady Diana, tutto realizzato su materiali di archivio e che offre nuovi aspetti di un destino che pare segnato, una storia conosciuta che non si smette di raccontare, una donna che continua a vivere nella memoria collettiva.
Ma Biografilm Festival si chiuderà, per fortuna, con un sorriso, quello di Fanny Ardant, attesa per le premiazioni del festival, fascino senza età, che la vede protagonista del film Les Jeunes Amants.