Dieci pannelli che raccontano con poesia e immediatezza i punti di contatto tra una delle coppie più creatrive di sempre.
Il 18 aprile sul sito del Palazzo delle Esposizioni e sui canali social è stato presentato il progetto “Tra Munari e Rodari. Aspettando la mostra” con contenuti inediti e approfondimenti che raccontano i segreti di un sodalizio fantastico tra due artisti attenti al mondo dell’infanzia e alla necessità di fornire ai lettori, con le parole e con le immagini, una nuova e diversa sensibilità nel guardare le cose. Perché quando Munari, illustra i testi di Rodari, ne accentua il lato fantastico e non puramente descrittivo delle azioni e delle dinamiche narrative messe in campo, soprattutto attraverso la creazione di spaesamenti e situazioni fantastiche.
É possibile ascoltare il video di presentazione della studiosa Vanessa Roghi, tra le massime esperte sul tema, scaricare il piccolo libro dedicato alla mostra realizzato da Biblioteche di Roma e Corraini edizioni, e fruire di tanti altri contenuti speciali.
Bruno Munari (1907-1998) è stato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del ‘900. Ha sempre dedicato la propria attività creativa alla sperimentazione, con un’attenzione particolare al mondo dei bambini e dei loro giochi. Le sue creazioni nei campi della pittura, scultura, design, fotografia e didattica ne attraversano le diverse poetiche seguendo il filo della sua personalissima originalità.
Gianni Rodari (1920-1980) è stato maestro, giornalista, pedagogista e scrittore, a partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare le sue opere per bambine e bambini, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. I suoi libri, tradotti in molte lingue, hanno meritato nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia. La sua Grammatica della fantasia, è
diventata fin da subito un punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per ragazzi.
Un omaggio ai due artisti per celebrare il loro incontro, umano e intellettuale. Non un formale tributo ma un dono a due maestri che, come chiarisce il presidente di Biblioteche di Roma, Paolo Fallai, “hanno punto le nostre supponenti certezze, lasciando ferite non rimarginabili. Hanno liberato le immagini e le parole, che con tanta fatica, la nostra tradizione culturale voleva inscatolare e ridurre a schemi rigidi e rassicuranti”.