Antropocene, L’epoca umana, il film che indaga l’impatto dell’uomo sul pianeta attraverso le straordinarie immagini di Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier ed Edward Burtynsky è stato presentato per la prima volta a Roma all’Isola del Cinema (Arena Groupama) prima di essere programmato nelle sale di tutta Italia da settembre.
Il messaggio del lavoro straordinario, frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de PencierDire è semplice: l’impatto ambientale che ha impresso l’uomo negli ultimi 60 anni è molto più intenso, atroce e indelebile di quello che ha fatto la Natura in milioni di anni. Siamo responsabili di cambiamenti climatici senza precedenti, estinzioni di specie, deviazioni genetiche, sfruttamento minerale, deviazione di corsi d’acqua ed estrazione di ogni sorta di risorsa. Stiamo lasciando sulla pelle del nostro pianeta un tatuaggio indelebile, un segno mortale.
Narrato dalla splendida voce del premio Oscar Alicia Vikander, entriamo con dettaglio visivo e sonoro a dir poco da brivido a comprendere come siamo passati dall’ Epoca Olocenica a quella attuale. Tutto iniziò 11.700 anni fa quando i ghiacciai dell’ultima era glaciale si sciolsero. Geologi e altri scienziati del gruppo di lavoro Anthropocene ritengono che dopo l’Olocene siamo entrati in una nuova epoca: l’Antropocene. La loro argomentazione è che gli esseri umani sono diventati la specie più forte al mondo e che le prove a sostegno di ciò sono schiaccianti. Il fatto di rendere la terra abitabile attraverso l’estrazione mineraria, l’urbanizzazione, l’industrializzazione e l’agricoltura; la proliferazione delle dighe e il dirottamento dei corsi d’acqua; CO2 e acidificazione degli oceani a causa dei cambiamenti climatici; la presenza invasiva in tutto il mondo di plastica, cemento e altri tecnofossili; tassi senza precedenti di deforestazione ed estinzione: queste incursioni umane, che perdureranno, sono di portata così vasta che resistono al tempo geologico.
Originariamente concepito come saggio fotografico e il terzo di una trilogia di film tra cui Manufactured Landscapes (2006) e Watermark (2013), il progetto si è evoluto rapidamente per includere installazioni cinematografiche, murales ad alta risoluzione di Edward Burtynsky arricchiti su larga scala da ampliamenti cinematografici, cortometraggi VR a 360 ° e installazioni di realtà aumentata. Abbracciando e sviluppando tecniche innovative, il trio ha intrapreso un viaggio epico in tutto il mondo (salvo l’Antartide) per immortalare le prove più spettacolari dell’influenza umana, prendendo tempo per riflettere su ciò che significano queste incredibili trasformazioni. Il risultato è una raccolta di esperienze che farà immergere lo spettatore in un delirio di consapevolezza e orrore.
Importante in questo senso costruire attorno al progetto quindi anche dibattiti come quello che è seguito dopo l’anteprima, con la partecipazione e gli interventi di professionisti del calibro di Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo, Antonello Pasini – Fisico del clima del CNR, modellista climatico e docente di Roma Tre -, Ugo Poce – biologo e coordinatore scientifico di Extinction Rebellion Roma e Presidente dell’Associazione Onlus Planet 2084, Andrea Pinchera – direttore comunicazione Greenpeace e giornalista ambientale e i rappresentanti del gruppo Fridays For Future e di UNESCO Giovani
Antropocene – L’epoca umana arriverà nelle sale cinematografiche a settembre 2019 grazie a Fondazione Stensen e Valmyn, dopo aver vinto il Premio del pubblico all’ultima edizione del Festival CinemAmbiente.