Candida (la brava Francesca Giordano – ‘La mafia uccide solo d’estate-La serie’) è un’adolescente paffutella e orfana di madre che vive in un piccolo paese del sud, e fan sfegatata del rapper torinese Shade (nel ruolo di se stesso). Costretta a trasferirsi a Torino con il padre (Rosario Terranova) a seguito della perdita del lavoro, la giovane quindicenne deve affrontare la sfida dell’integrazione in una nuova città e in una nuova scuola a metà dell’anno scolastico. La sua fisicità e il marcato accento meridionale la rendono da subito oggetto di facile bullismo, come il suo nuovo inseparabile compagno di banco Jacopo (Yan Schevchenko, positivo esordio), un ragazzino ricco e introverso. Suo padre, però, non vede di buon occhio quest’amicizia, perché la ritiene controproducente al ceto economico e sociale in cui il figlio è cresciuto. Grazie alla forza, alla positività e la battuta sempre pronta di Candida, le carte in tavola cambiano e tutti presto devono ricredersi e cambiare. Completano il cast Euridice Axen, nel ruolo della mamma di Jacopo e Gioele Dix, pizzaiolo a Torino e zio di Candida.
“Bene ma non benissimo” è l’esordio solista alla regia di Francesco Mandelli, attore, musicista, conduttore televisivo (assieme a Fabrizio Biggio e Martino Ferro si era già cimentato dietro la cinepresa per “La solita commedia-Inferno“, 2015). Come già alla Festa del cinema di Roma, il film è stato accolto favorevolmente anche al BAFF, il Festival del cinema di Busto Arsizio in corso di svolgimento, e oggi arriva nelle sale italiane.
Diciamo subito che “Bene ma non benissimo” è un film – cosa non sempre facile – adatto a giovani e adulti perché, non scivolando mai in luoghi comuni, affronta il tema del bullismo – di cui principalmente i giovani sono vittime – sottolineando però anche il coinvolgimento degli adulti, genitori in primis, nell’affrontare quelle difficili situazioni ambientali e psicologiche spesso destabilizzanti. Un coinvoilgimento azzeccato, anche perché la cronaca più recente ci presenta il bullismo come fenomeno trasversale che, in modi diversi, ha preso piede anche nel mondo dei maggiorenni, vedi i “porno revenge”.
Il film, come già il titolo inconsciamente suggerisce, alterna momenti buoni a fasi dalla struttura un po’ caotica e non sembra aiutato da un montaggio che presenta troppo un accavallarsi di sequernze frenetiche e ‘ralenti’ che nuociono all’impatto emotivo, tanto che alcune scene sembrano essere più “ad effetto” che non d’aiuto alla trama.
“Bene ma non benissimo” è complessivamente una piacevole storia, ma per certi versi fiabesca: lascia qualche dubbio il fatto che una ragazza quindicenne possa esprimersi sul bullismo con frasi così forbite e profonde.
Ultima annotazione: il titolo del film nasce dal testo di una canzone del rapper Shade, che qui pare abbastanza sprecato nella sua parte, minima, vista l’importanza che ha invece per lui il bullismo, dato che, nella realtà, ne è stato vittima.
Continua nel frattempo l’accattivanete programma del BAFF, che tutte le mattine, tra l’altro, coinvolge le scuole di Busto Arsizio con la proiezione di un film (da “Un giorno all’improvviso” a “Troppa grazia”, da “La prima pietra” a “Lazzaro felice” fino a “La terra dell’abbastanza”): un modo ulteriore per rendere omaggio a Max Croci , che oltre che bravo e creativo regista era anche docente all’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni della città. Coinvolgere le generazioni future è il modo migliore per incrementare l’amore per il cinema perché, anche se spesso ministri e professori lo dimenticano, la scuola è per eccellenza il luogo della socializzazione dei ragazzi e in una società sempre più multietnica e multiculturale – piaccia o no – la scuola deve proporsi atteggiamenti di ascolto delle storie di vita del nostro paese, anche attraverso il cinema.