Si è conclusa l’edizione 2019 de “I migliori vini italiani di Luca Maroni“, che si è tenuta dal 14 febbraio fino a domenica, nel salone eventi, in via Ciro il Grande. Non solo una festa del vino ma un occasione per imparare ad a apprezzarlo e conoscerlo da veri intenditori.
Un susseguirsi di eventi, presentazioni, attività, degustazioni di vino e di prodotti agroalimentari (in collaborazione con le Chicche della Tuscia), performance artistiche (tra tutte la dance-painting del performer/pittore/produttore Maurizio Pio Rocchi, accompagnato dalla ‘danseuse’ Vanessa Valle), musica e cene degustazione hanno condotto il pubblico su un cammino verso la scoperta dei sentori della terra, dei profumi della vigna e di due degli alimenti più importanti della vita, il pane e il vino.
Oltre cinquecento le etichette alla mescita, più di cento gli espositori. decine di migliaia i bicchieri di vino serviti al pubblico.Circa diecimila i presenti alla rassegna che hanno avuto l’occasione unica di comprendere con semplicità i concetti cardine alla base della metodologia degustativa ideata da Luca Maroni: la consistenza, l’equilibrio e l’integrità dei vini. Olfatto, vista, udito, tatto e gusto diventano così cinque immediate chiavi di lettura diverse: affidandosi ai sensi si arriva alla scoperta del buon vino.
Secondo Luca Maroni, “se un vino non genera piacevolezza all’assaggio, la colpa non è di chi lo assaggia perché non sa degustare; la colpa è del vino giacché qualitativamente, analiticamente carente: qualsiasi individuo, infatti, valutando la piacevolezza del sapore di qualsiasi bevanda o alimento, di esso valuta la sua qualità analitica pura”.
L’edizione 2019 dell’annuario ‘I migliori vini italiani di Luca Maroni’ è anche un tributo al genio italiano Leonardo Da Vinci. “Nel 1519, cinquecento anni fa, moriva Leonardo da Vinci, sommo italiano, figlio di produttori di vino, che amava così tanto il vino – racconta Maroni – da produrlo, berlo, studiarlo, descriverlo e desiderarlo già allora privo di difetti di trasformazione. Alla memoria di Leonardo, nel cinquecentenario della sua morte, dedico allora l’Annuario 2019, certo che il vino italiano di ogg, renderebbe orgoglioso anche lui per la grandissima piacevolezza che ha raggiunto”.
I principali protagonisti sono stai dunque i produttori che hanno raccontato le loro etichette d’eccellenza. In degustazione, tra i tanti, DonnaFugata, Poggio Argentiera , Azienda Agricola Federici, Terzini. e Ronco di Sassi Due invece i riconoscimenti andati alla storica azienda Carpenè Malvolti come ”Miglior Prosecco dell’Anno” e “1868 Cartizze” Valdobbiadene Superiore Docg nell’Annuario dei Migliori Vini Italiani di Luca Maroni.
In un mondo come quello del vino ancora fortemente declinato al maschile ma dove di recente l’universo femminile sta emergendo nella dirigenza, TheSpot.news ha voluto rendere omaggio a Donna Viola di Petroni Vini che da tempo ormai ha scelto di presentare il vino non più come semplice complemento per la nostra tavola ma come emblema di ‘arte del gusto’. “La mia cantina è a Canosa di Puglia”, racconta Viola Petroni, giovane produttrice di soli 25 anni. “Qui mi dedico alla produzione di un vino che vuole promuovere e valorizzare i vitigni autoctoni pugliesi. Far conoscere al pubblico e quindi al privato un vino che fondamentalmente è poco noto. Tutti conoscono il Primitivo, il Nero di Troia e il Negroamaro, ma pochi sanno dell’esistenza di altre produzioni con caratteristiche altrettanti eccezionali. Mi riferisco in particolare al Susumaniello o alla Verdeca, vitigni autoctoni coltivato in Puglia da tempi immemorabili, e quindi da preservare per la nostra regione“.
Per un vino che nasce dal desiderio di esaltare l’autenticità del made in Puglia , recuperando le tradizioni del passato, le etichette di Donna Viola ripropongono in stile astratto i colori del cielo nei vari momenti del giorno, dall’alba al tramonto: “il naturale fil rouge tra le sensazioni gustative proprie dei nostri vini e le fasi cicliche del giorno“, precisa Viola, che aggiunge: “In questi ultimi anni la manifestazione di Luca Maroni sta dando sempre più spazio al vino prodotto dalle donne che grazie alla loro sensibilità, ha sicuramente una marcia in più”.