Utagawa Hiroshige (1797-1858), pittore e incisore giapponese della prima metà dell’800 è stato uno dei più raffinati paesaggisti della sua terra, interprete, insieme ai contemporanei Hokusai e Hutamaro, dell’Ukiyo-e ovvero il mondo fluttuante.
I suoi dipinti, quasi tutte xilografie policrome, ispirarono molti impressionisti francesi che lo conobbero quando le sue opere furono esposte alla fine dell’800 a Parigi ma anche Van Gogh copiò ad olio il famoso “Ponte di Ohashi sotto l’acquazzone” del maestro giapponese.
Hiroshige, trip advisor ante litteram
Tra tutti, il suo capolavoro rimane Le Cinquantatré Stazioni del Tokaido, raffiguranti le postazioni sulla principale strada arteriosa che collega Edo a Kyoto, più i punti di partenza e di arrivo. Hiroshige viaggiò lungo di essa come parte di una missione ufficiale del governo dello Shogun alla corte imperiale. Alle 53 stazioni di posta corrispondono 53 paesaggi diversi: si parte dalla “Veduta mattutina” della prima stazione che ci mostra l’apertura delle porte del ponte di Nihonbashi a Edo e l’inizio del viaggio è raffigurato dal seguito del nobile, si percorre poi la lunga strada passando ai piedi dell’innevato monte Fuji, si attraversa infine il “Grande Ponte di Sanj” per giungere a Kyoto.
Quando incisione e pittura si sposano
Due mirabili tecniche vengono eseguite nelle xilografie di Hiroshige: con l’incisione e il lavoro asimmetrico su piani sfalsati (dal primo piano allo sfondo), chi osserva le opere del maestro giapponese si immerge in quel paesaggio fatto di neve, acqua ed elementi della natura, magistralmente dipinti sui rotoli di carta di riso. Il suo blu, fatto venire apposta dall’Olanda, i suoi preziosi rossi carmini e i suoi verdi ma anche il suo bianco rendono gli elementi del mondo fluttuante, oggi come allora, una esperienza di viaggio viva, nella natura pura e selvaggia, dove si incontrano le acque fredde delle cascate, i famosi ponti giapponesi e le celebri vedute del monte Fuji alle quali Hiroshige dedicò una serie di 36 dipinti.
Dal mondo fluttuante al quartiere dei divertimenti
La vita urbana viene illustrata immortalando i momenti del quotidiano vissuti nelle case delle cortigiane: avvolte in splendidi kimono, con i bellissimi volti bianchi ed i gesti sensuali le donne si mostrano al balcone della loro casa o nei loro giardini, ma anche il teatro kabuki con gli attori diventa protagonista dei dipinti di Hiroshige; questa sua produzione fu però marginale perché per il ceto borghese in ascesa, composto prevalentemente da ricchi commercianti, il paesaggio era il tema più richiesto.
La mostra a Roma alle Scuderie del Quirinale fino al 29 luglio 2018: un suggestivo racconto del Giappone dell’Ottocento, attraverso la natura, i paesaggi, i volti.