Se il titolo e la sua declinazione hanno un valore, questo è misurabile nel tempo?
E in tal caso nove anni vi sembrano troppi? Perché come riportato dall’agenzia Askanews, tanto ci hanno messo dall’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia per consegnare un timbro declinato al femminile con la qualifica di “architetta”.
Ad ottenerlo Nicoletta Salvi, la prima a fare richiesta in Italia per ottenere il riconoscimento come donna anche in ambito professionale, appunto ben nove anni fa, nel 2009.
All’epoca il Consiglio Nazionale si espresse con parere negativo perché, come recitava l’indicazione “Pur essendo da più parti, sia in ambito nazionale sia europeo, sollecitato l’uso non discriminante dei titoli professionali in riferimento alle donne, utilizzando forme al femminile o creandone di nuove ove queste non fossero già disponibili (cfr. il testo dello studio Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana svolto nel 1987 da Alma Sabatini per la Presidenza del Consiglio dei Ministri), allo stato attuale sulla base di quanto previsto all’art.15 comma 3° del DPR 328/2001 non risulta consentita l’indicazione, nei documenti rilasciati dall’Ordine, di un titolo professionale diverso da architetto”.
Ebbene siamo giunti al lieto fine. La cosa sembra paradossale, anche se forse stupisce meno se si pensa che si tratta del primo timbro professionale realizzato, ovvero che la prima volta che la tanto attesa dicitura al femminile viene stampata (se si esclude la Lombardia, dove tre architette hanno ricevuto il sigillo poco meno di un anno fa, come riportato anche dalla stampa locale http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/17_aprile_26/architetta-vinta-battaglia-fb0d24b6-2a4a-11e7-aac7-9deed828925b.shtml ).
La notizia arriva proprio nel giorno della nomina di Gina Haspel prima donna a capo della CIA, il servizio segreto americano: tuttosommato sarebbe curioso sapere quanto ci metteranno a conferirle il timbro con la scritta “direttrice”.