Di solito, i confini fanno rumore solo quando li si attraversa. Quest’anno, tra Gorizia e Nova Gorica, fanno musica. E non musica qualunque: un’esplosione curata nei dettagli, un festival diffuso senza il bisogno di chiamarsi festival, perché GO! 2025 – la prima Capitale europea della Cultura condivisa tra due Paesi – ha deciso che la geografia può essere riscritta con un mixer.
Nel cuore del Friuli Venezia Giulia si incastra un’estate che sembra il cartellone di un sogno lucido. Ma sotto le luci dei concerti non c’è solo intrattenimento: c’è un messaggio. La cultura è politica. E la musica, quando fa bene il suo mestiere, lo è ancora di più.
Si parte con Alanis, e già qui si capisce l’intenzione
Alanis Morissette, 22 giugno, Villa Manin. Trent’anni fa cantava l’ironia della vita con una voce che sembrava strappare la pelle. Oggi torna per celebrare quel disco lì – Jagged Little Pill – che non era solo un album ma una dichiarazione d’identità. Chi c’era negli anni ’90 la ascolta con le cicatrici ancora aperte. Chi non c’era, scopre che certe ferite fanno ancora rumore. Biglietti? Spariti da settimane.
Il trip hop come incantesimo notturno
24 giugno, Casa Rossa Arena: Massive Attack. Sono gli unici che possono trasformare Gorizia in una dimensione parallela. I loro live non sono concerti, sono esperienze immersive. Le basi lente, le voci dilatate, i visual taglienti. Se pensi che Mezzanine sia solo un disco, aspetta di vederlo materializzarsi in una notte estiva. È come guardare la fine del mondo da un club post-industriale con le cuffie a tutto volume.
Leto ci mette il mantello
Poi il 3 luglio arriva lui. Jared Leto, che più che un frontman è un personaggio di graphic novel. Thirty Seconds to Mars salgono sul palco con l’attitudine di chi sa che ogni live è anche una performance estetica. Dopo due sold out italiani nel 2024, a Gorizia portano la loro idea di catarsi sonora: It’s the End of the World but It’s a Beautiful Day. Giusto: la fine del mondo non è mai sembrata così stilosa.
Sting è il maestro zen del pop
Il 9 luglio, di nuovo Villa Manin. Sting, che cammina sul palco come se stesse entrando in un dojo. C’è una grazia disarmante in ogni nota che suona, anche quando parte con Roxanne e il pubblico perde la testa. Il suo set è raffinato, composto, chirurgico. Ma dentro ha la furia del passato. Quella furia elegante che solo pochi possono permettersi.
Il rap che ce l’ha fatta (e non chiede scusa)
Tony Effe, 13 luglio, è il contrario perfetto. Casa Rossa trema sotto i bassi. Il rapper romano arriva dopo un 2024 dove ha vinto tutto, dalle classifiche al palco dell’Ariston. Porta ICON, Sesso e Samba, e quell’aria da chi sa di essere divisivo e se ne frega. È l’unico show friulano. E sarà una prova di tenuta per la venue, per il pubblico e per lo stesso GO! 2025, che non ha paura di mischiare le carte.
Robbie è ancora una rockstar, che vi piaccia o no
17 luglio, Stadio Nereo Rocco, Trieste. Entra Robbie Williams. Sorriso da ladro gentiluomo, passato da boybander, presente da icona. In mezzo: vent’anni di concerti con il cuore in mano e il sarcasmo a fior di pelle. È l’unica data italiana, e promette di essere tutto: karaoke collettivo, terapia di gruppo, show da Vegas, confessione pop. E no, non è nostalgia. È presenza scenica allo stato puro.
Alfa, il pop dell’amore che non sa stare zitto
Chiude la parata Alfa, il 25 luglio. Lo vedi e pensi: il pop sentimentale è ancora vivo. E forse ha pure qualcosa da dire. Il suo Summer Tour è un titolo che sembra scritto da uno innamorato alle 2 di notte: Non so chi ha creato l’estate ma so che ero innamorato. A Gorizia ci arriva come rivelazione di stagione, e forse anche come simbolo: non serve urlare per lasciare un segno. A volte basta crederci davvero.